Durante questo mondiale, dove fioccano polemiche e divieti, è stata condotta dall’Osservatorio del Vino, Nomisma Wine Monitor un’indagine sui consumi di questo prodotto che in paesi come il Qatar è generalmente vietato.
Se infatti, alla birra sono state applicate deroghe straordinarie (poi in parte ritirate), il consumo del nettare di bacco in Qatar invece resta vietato nei luoghi pubblici. Il vino si può consumare esclusivamente all’interno della propria abitazione o negli Hotel, ai quali è stata concessa nell’occasione una speciale licenza di vendita a turisti o a chi viaggia per lavoro, fatta eccezione per chi è di religione islamica.
Sull’onda dei mondiali, l’indagine ha registrato un’impennata delle importazioni, e a crescere maggiormente sono stati i vini cileni, seguiti dai francesi, parecchio indietro segue l’Italia, con l’amarezza di non essere in campo con la propria nazionale. Nel 2021 in Qatar sono state importate di circa 1,6 milioni di bottiglie tra spumanti e vini fermi per un valore complessivo di circa 11 milioni di euro, provenienti per il 73% di quota valore dalla Francia. Dall’Italia – seconda in classifica – sono arrivate poco meno di 180 mila bottiglie.
Con l’avvio dei Mondiali di calcio e l’arrivo di tifosi da tutto il mondo, le esportazioni di vino in Qatar sono cresciute del 243% (in volume) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, per un valore superiore ai 25 milioni di euro, e 3,4 milioni di bottiglie. Ma i principali paesi fornitori che registrano gli aumenti più rilevanti sono il Cile con un +775%, seguito dalla Francia con +381%, dal Sudafrica con +380% e, a distanza, il Belpaese con +220%.
“Se per la Francia sono Champagne e rossi di Bordeaux i principali vini esportati in Qatar, per l’Italia emerge il Prosecco (20% di tutte le bottiglie di vino italiano spedite nel paese dei Mondiali), i bianchi Dop del Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, nonché i rossi Dop della Sicilia” ha dichiarato ad Adnkronos Denis Pantini, Responsabile Agroalimentare e Wine Monitor di Nomisma. Gli effetti si sono estesi anche ai paesi vini, in cui vigono restrizioni analoghe. Ad esempio, negli Emirati Arabi Uniti, dove peraltro alloggiano molti tifosi che si spostano in Qatar solo per vedere le partite, che ha visto crescere le importazioni a valori di vino dai principali paesi produttori dell’87% (sempre nel periodo gennaio-agosto 2022 rispetto all’anno precedente).
“Anche negli Emirati Arabi, il beneficio maggiore di questo traino legato ai Mondiali di calcio è andato alla Francia che ha visto aumentare il proprio export del 136%, mentre per l’Italia – che comunque rappresenta il secondo fornitore del mercato – si è dovuta accontentare di un +32%”, conclude Pantini. Chissà se una nostra partecipazione ai mondiali, avrebbe influito in maniera positiva sull’aumento delle importazioni dei vini dal Belpaese?
Stefania Tacconi