Sedici artisti, otto italiani e otto belgi, affiancano i loro lavori ai dipendi dei maestri di Medioevo e Rinascimento. È questo “Land in Land out”, fino al 17 marzo in corso alle Gallerie degli Uffizi e che per la prima volta fa entrare una collettiva di arte contemporanea all’interno del percorso museale. L’obiettivo è quello di riflettere sull’evoluzione del concetto di paesaggio e del modo in cui lo si osserva e, peraltro, c’è un’anima molto senese. È senese, infatti, Serena Fineschi, artista in mostra, nonché ideatrice e curatrice del progetto (insieme ad Alessandro Scarabello e Laura Viale); e sono senesi molte delle competenze e maestranze coinvolte, dalla nostra società di comunicazione Idem Adv che si è occupata dell’impianto grafico delle mostra, alla Farmobili di Monteroni d’Arbia che ha realizzato l’allestimento, su disegni dello Studio Milani.
Gli artisti contemporanei possono così confrontarsi con il formato panoramico 16:9, esponendo coppie di opere nella dimensione 16×9 cm in dialogo con i capolavori della Galleria degli Uffizi, tra i quali dipinti di Fra Bartolomeo, Giovanni Bellini, Ambrogio Lorenzetti, Simone Martini e Lippo Memmi, Tintoretto, Veronese. La mostra accolta nel museo vasariano dal 13 febbraio al 17 marzo e curata dall’associazione culturale Modo, con sede a Bruxelles, insieme a Francesca Sborgi per le Gallerie degli Uffizi (e con il catalogo di Silvana Editoriale). La scelta del formato sedici noni quale ‘filo conduttore’ della mostra, rappresenta il tentativo dell’arte di far riscoprire il senso più intimo e profondo del guardare rappresentato nell’epoca contemporanea dal formato del cellulare ma, soprattutto, misura della psico-visione umana, con l’intenzione di mettere in risalto la relazione che intercorre tra l’opera d’arte e l’osservatore e quale sia il metro percettivo che usiamo per definire ciò che divide noi e la dimensione immaginata dell’opera. Allo stesso tempo la mostra intende anche stabilire una connessione tra la cultura italiana e quella belga, ponendo al centro i concetti dell’osservazione del paesaggio e della sua interpretazione. Il genere paesaggistico, a partire dalla sua massima diffusione intorno al XVI secolo nei Paesi Bassi, contraddistingue la storia dell’arte di questi due paesi; Italia e Belgio si sono spesso confrontati con esso, esercitando nel tempo e nelle esperienze artistiche una reciproca contaminazione.
Ancora oggi la parola paesaggio rimanda ad un’idea tradizionale della rappresentazione naturalistica e, in termini più generali, al dipinto delimitato dal confine di una cornice. Attraverso le loro opere, gli artisti protagonisti di Land In Land Out affrontano le forzature e gli stereotipi di questo genere: sono Lucia Bru, Hans Demeulenaere, Edith Dekyndt, Stef Driesen, Hans Op de Beeck, Nathalie Du Pasquier, Serena Fineschi, Tina Gillen, Marco Neri, Luca Pancrazzi, Alessandro Scarabello, Serse, Pieter Vermeersch, Laura Viale, Luca Vitone, Sophie Whettnall.