E.T.H (Italy), il dj partito da Siena in tour attraverso tutte le Americhe

E.T.H (Italy) è un nome perlopiù sconosciuto al grande pubblico ma che nel suo ambiente è molto conosciuto: E.T.H è infatti un dj nato a Siena nel 1995 e che vive a Serre di Rapolano. Registrato all’anagrafe come Riccardo Pazzaglia, la sua carriera è iniziata qui a Siena, suonando in locali come il Cambio, il Papillon ed il Vanilla, ma quasi subito si è stancato della musica commerciale. Il 2021, per lui, sarà un’annata indimenticabile: l’anno del suo primo vero tour mondiale.

Buongiorno Riccardo, la tua musica ti ha dato l’opportunità di viaggiare in tutto il mondo, come ci sente?

“Ci si sente bene, inutile nasconderlo. La mia musica non è di facile ascolto, è un genere per un circolo ristretto di intenditori: se vogliamo dargli un nome, io suono minimal house e microhouse. Sono stili di musica underground, che però riscuotono grande successo negli appassionati”.

Questo è stato l’anno del tuo primo tour mondiale, ma non eri nuovo a viaggiare all’estero

“Sì, esatto. La mia prima trasferta è stata nel 2018, all’epoca mi chiamarono a suonare a Madrid. Poi ho avuto modo di suonare un po’ in lungo e largo: Europa, Kenya, Thailandia e tanti altri posti. Quest’anno però mi sono concentrato su nord e sud America. Un tour che è iniziato a maggio quando ho avuto l’opportunità di suonare per più sere al ‘Lost beach’, a Montanita in Ecuador uno dei locali più esclusivi del mondo (la più nota rivista di settore, Dj mag, l’ha posizionata al 31° posto nelle 100 migliori discoteche del pianeta). Quest’anno poi ho potuto suonare a New York, Panama, Colombia, Costa Rica e tanti altri posti”.

Come è stato viaggiare in un anno come questo falcidiato dalla pandemia?

“Ovviamente per me, come per tanti altri è stato un problema. Nel mio caso, avevo tante serate programmate tra Las Vegas, Boston, Dallas ed altre mete nell’America latina che purtroppo sono sfumate. Comunque, io di certo sono stato fortunato: non mi sono ammalato e mi sono potuto vaccinare. Devo ringraziare il sistema sanitario americano che si è rivelato molto efficiente: mi è stato inoculato Johnson & Johnson in Florida il 9 giugno, il tutto gratuitamente”.

Se dovessi raccontare cosa è che ti distingue dagli altri tuoi colleghi cosa diresti?

“Non è una domanda facile (ride, ndr.). Probabilmente dovrei rispondere che io faccio tutto da solo: compongo, produco e suono da solo la mia stessa musica. Una cosa che tanti ragazzi non fanno per questione di tempo o di diverse attitudini”.

Adesso quali sono i tuoi progetti per il futuro? 

“Il mio tour finirà a settembre, dopodiché dovremo discutere insieme alla mia agenzia il da farsi. A mi piacerebbe anche pensare di restare da questa parte dell’oceano per continuare a suonare, però non dipende solo da me. In questo momento poi ho alcuni lavori in uscita: un remix di T. Jaques, un Ep su avoutre ed un disco in vinile con Sacro. Quest’ultimo lavoro è quello che più mi inorgoglisce: Sacro è un mostro sacro del nostro settore, ed io sono molto onorato di poter lavorare con lui”.

Emanuele Giorgi