Legumi, cerali per il pane e la pasta, allevamenti di pecore e di cinta senese, olio ed anche vino: punta a valorizzare l’agroalimentare d’eccellenza del nostro territorio il distretto delle bio-valli senesi, che si è costituito negli scorsi giorni e che è guidato da un’associazione.
A farne parte sono una ventina di produttori e sei comuni della provincia: Chiusdino, Monteroni d’Arbia, Monticiano, Murlo, Radicondoli e Sovicille.
Tra le aziende partecipanti c’è pure la tenuta di Suvignano. E così si evidenzia anche l’elemento fortemente legalitario dell’iniziativa che è spiegata da Monica Coletta, agronoma, vice presidente dell’Associazione italiana agricoltura biologica e progettista dello stesso distretto biologico.
“Il nostro obiettivo? Avvicinare la comunità ai nostri produttori per far capire che nel nostro territorio si fa, si è fatta e si continua a fare produzione biologica. Questo è un patto che coinvolge diversi comuni per fare prendere consapevolezza ai cittadini di quella che è la sua agricoltura”.
Tante sono le idee già in cantiere come mense bio per le scuole e iniziative di educazione alimentare rivolte alla cittadinanza. Il distretto è a lavoro poi per ottenere i riconoscimenti regionali e nazionali.
“La nostra è un’idea che viene da lontano e che prende spunto da altre esperienze territoriali, come quella del Chianti. Questo però è il primo distretto che insiste solo su distretti senesi che spinge i produttori a fare rete per portare avanti le proprie progettualità”, continua Coletta.
“Abbiamo fatto un passo di grande importanza” dice Nicolò Guasconi, che ha assunto la presidenza dell’associazione. “Dobbiamo rivendicarlo come produttori biologici ora e nello sviluppo innovativo del nostro Distretto. Il Distretto ha una enorme potenzialità, dobbiamo e possiamo collaborare per valorizzare tante filiere biologiche locali a partire da cereali e legumi”.
“Le buone pratiche agronomiche biologiche sono alla base di olio e vino biologici di qualità” dice Pierangelo Beata che presiederà invece l’assemblea del Distretto biologico. “Come hanno segnalato i partecipanti, il distretto servirà a creare reti e sviluppare nuove progettualità che sono meglio delineate nel progetto economico territoriale elaborato in base alle indicazioni dei produttori”.
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