Siena

Educare le emozioni per arginare il crescente disagio giovanile

Negli ultimi anni, complice la pandemia, il disagio giovanile è diventato una problematica sempre più diffusa e preoccupante nella nostra società. Giovani di tutto il mondo stanno affrontando sfide emotive e psicologiche che spesso, non riuscendo a gestire, tendono a compromettere il loro benessere bio-psico-sociale.

Per contrastare questo fenomeno e promuovere una sana crescita, diventa fondamentale ripartire dall’educazione, ponendo particolare attenzione alla gestione delle emozioni e dei sentimenti. In questo senso, l’educazione emotiva potrebbe essere considerata come un mezzo per affrontare il disagio giovanile e creare un futuro più promettente alle nuove generazioni. In primis, l’educazione emotiva dovrebbe essere considerata uno strumento volto a promuovere comprensione e consapevolezza. L’educazione emotiva si riferisce alla capacità di comprendere, esprimere e gestire le emozioni in modo sano ed efficace.

I giovani che hanno una buona educazione emotiva sviluppano una maggiore consapevolezza di sé e degli altri, imparano a gestire lo stress e le situazioni difficili e sviluppano una maggiore resilienza. Queste competenze sono fondamentali per affrontare la complessità del nostro mondo sempre più digitalizzato, in quanto permettono ai giovani di affrontare le sfide in modo costruttivo e di sviluppare sane relazioni reali con gli altri.

Un elemento chiave dell’educazione emotiva è la capacità di comunicare in modo efficace e di sviluppare la capacità di sintonizzarsi con chi si ha di fronte. Gli adolescenti che imparano ad ascoltare e a comunicare i propri sentimenti in modo chiaro e rispettoso sono in grado di costruire relazioni più autentiche e significative. Inoltre, la sintonizzazione emotiva consente ai giovani di comprendere le emozioni degli altri e di offrire sostegno nelle situazioni di difficoltà. Questa capacità di comunicazione e di empatizzare può aiutare a prevenire il senso di isolamento e solitudine che spesso affligge i giovani, creando una vera e propria arma segreta contro la violenza dilagante. La gestione delle emozioni è un’altra competenza cruciale se non vogliamo che siano le emozioni stesse a gestire noi.

Molte volte, i giovani sperimentano una gamma di emozioni intense e possono trovarsi in difficoltà nel gestirle. Acquisire competenze per gestire le emozioni primarie, come la paura, la rabbia, il dolore e il piacere, aiuta a identificare, comprendere e gestire tutte le altre emozioni, in modo costruttivo. Attraverso l’utilizzo delle corrette strategie, come suggerito da Giorgio Nardone, i giovani possono imparare ad affrontare lo stress e a prevenire il manifestarsi di disagi come ansia e depressione, trasformando le loro paure in coraggio e la loro rabbia in costruttiva assertività.

Le parole di Nardone: “È necessario prima domare le emozioni per poi riconoscerle o, per utilizzare una potente metafora orientale, imparare a cavalcare la nostra tigre interiore”.

Investire nell’educazione dei giovani può svolgere un ruolo cruciale nella prevenzione del disagio giovanile, con particolare riferimento alla riduzione dei crescenti atti di violenza che drammaticamente riempiono le pagine di cronaca. Offrendo loro le competenze e le risorse necessarie per comprendere e gestire le proprie emozioni, si può ridurre il rischio di sviluppare l’aggressività, oltre ai tanti problemi di salute mentale che stanno affliggendo le fasce più giovani della nostra popolazione.

Educare le emozioni, che per loro stessa natura sono incoscienti, può promuovere una maggiore resilienza, una migliore autostima e una visione più costruttiva di sé stessi e del futuro. Di tutto questo, bene che se ne facciamo carico le famiglie, le agenzie formative naturali, nel nostro territorio le preziose Contrade e le Istituzioni in generale. Fornendo ai giovani un ambiente sicuro in cui esplorare le proprie emozioni, si può creare un senso di appartenenza, fortificare la propria identità e di conseguenza sentirsi meno soli durante i momenti difficili. Tutto questo, nell’Era dell’iper-connessione, è ancora più importante, perché paradossalmente più si è connessi e più ci sentiamo soli. Investire nella formazione delle nuove generazioni può contribuire a creare un futuro migliore, un mondo migliore.

Promuovere le giuste strategie per la gestione delle emozioni è un primo passo cruciale per creare un ambiente sociale a sostegno del benessere mentale dei giovani. Ripartiamo dall’educazione emotiva nelle scuole. Non è più rinviabile.

Jacopo Grisolaghi – Psicologo e Psicoterapeuta Ufficiale del Centro di Terapia Strategica – www.jacopogrisolaghi.com

marco crimi

Share
Published by
marco crimi

Recent Posts

Ciccio Speranza e il sogno impossibile della danza. Al Cassero una storia per chi non si arrende mai

Dal 17 giugno al 3 luglio il Festival Piazze d’armi e di città ospita i…

1 minuto ago

“Salute in Contrada”, ultimo appuntamento nella Lupa

Ultimo appuntamento della stagione con il progetto “Salute in Contrada, nato su iniziativa delle Commissioni…

9 minuti ago

Polizia e Fondazione Conad insieme contro la violenza di genere: nasce ‘Progetto Rispetto’

È stato sottoscritto il protocollo d’intesa tra la Polizia di Stato e Fondazione Conad ETS,…

14 ore ago

“Vedere oltre”: Montalcino accende il dialogo sulla speranza in occasione del Giubileo

In occasione del Giubileo della Speranza 2025, Montalcino si trasforma in un punto di riflessione…

14 ore ago

Terzo mandato, Bezzini: “Il Governo tira le istituzioni come se fossero trippa. Va rispettata la Costituzione”

"Basterebbe rispettare la Costituzione e le leggi: dopo cinque anni si vota. Questo continuo dibattito…

15 ore ago

Biotecnopolo, premio “Antonio Feltrinelli Giovani” dell’Accademia dei Lincei a Emanuele Andreano

Ad Emanuele Andreano, capo della Serologia e dell'Immunologia del Biotecnopolo, è andato il premio Antonio…

15 ore ago