Effetto covid-19 sull’export di vino: una vittoria a metà

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Lo si supponeva da tempo ascoltando le voci dei produttori, che lamentavano un forte rallentamento nelle esportazioni, oltre al canale completamente fermo dell’Horeca (Hotel Ristorazione Catering).

Adesso arrivano le conferme con dati certi, pubblicati dall’Osservatorio del vino Vinitaly –Nomisma. Dopo aver segnato un eccellente inizio d’anno in cui si era registrato un incremento delle esportazioni del +14,5%, complice forse l’imposizione dei dazi Usa sul vino francese, l’Italia nel semestre marzo – agosto 2020 cala nell’ export di vino di quasi -9%.

Si tratta del peggior dato degli ultimi trent’anni, tuttavia come commenta il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani: “In un altro periodo l’export in calo di quasi il 9% significava crisi, oggi è una mezza vittoria se si guardano i competitor, ma il bicchiere rimane comunque mezzo vuoto e la congiuntura non aiuta. Il nostro osservatorio evidenzia uno scenario sempre più asimmetrico all’interno del comparto, e a pagare sono soprattutto le piccole e medie imprese di qualità, asse portante del made in Italy”. In effetti sono ben più pesanti le perdite subite dal vino francese che registra un calo di quasi – 28%. A farne maggiormente le spese è il mercato dei vini spumanti italiani che toccano il -17,4%, mentre quelli francesi perdono il 42%.

Nel mercato americano, il principale importatore di vino, i prodotti italiani subiscono una flessione del -8,1%; più grave è il calo dei vini transalpini, la cui perdita si attesta al – 40%, sicuramente a causa dei dazi imposti sul vino francese da Trump.

E’ curioso però notare che nello stesso periodo in USA nel canale off trade – cioè nelle vendite presso negozi e supermercati- i vini italiani di fascia premium (di costo superiore ai 20$) hanno registrato una grande crescita +40%. Va male anche nei mercati emergenti come la Cina dove Italia e Francia registrano -38% che in termini di valore si traducono in una perdita di 26 milioni di euro per i nostri vini e di 122 milioni per i cugini d’oltralpe.

Anche il mercato britannico sotto l’influsso della Brexit è in caduta del -9,5% per i vini italiani, mentre per la Francia del -21%. Per il responsabile dell’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor, Denis Pantini: “Il semestre marzo-agosto ci consegna una pesante diminuzione nelle importazioni di vino dei mercati terzi dove l’Italia sembra soffrire meno rispetto alla Francia alla luce di una distribuzione dei propri vini più equilibrata tra on e off trade, anche se i pessimi segnali che stanno giungendo sulla seconda ondata della diffusione del Covid-19 rischiano di appesantire ulteriormente la perdita, considerando che solitamente l’ultimo trimestre arriva ad incidere per circa il 30% sull’export complessivo dell’anno”.

 

Stefania Tacconi