Siena

Effettuato a Siena il primo trapianto di cuore su paziente positivo al covid in Toscana

Al policlinico Le Scotte è stato effettuato il primo trapianto di cuore in Toscana e uno dei pochi in Italia su un paziente positivo al covid.

Lo ha reso noto in un comunicato l’Aou senese. Dopo 8 giorni di ricovero in isolamento in Anestesia e Rianimazione Cardio-Toraco-Vascolare, diretta dal professor Federico Franchi, “il paziente è attualmente ricoverato in degenza ordinaria e verrà dimesso nei prossimi giorni”, si legge.

“Il paziente trapiantato – spiega il cardiochirurgo Massimo Maccherini, responsabile Centro Trapianti di Cuore dell’Aou Senese – era affetto da malattia terminale e le sue condizioni di salute hanno richiesto l’attivazione di un’urgenza nazionale. L’intervento, effettuato a fine giugno grazie ad un organo disponibile fuori regione, è andato a buon fine e il paziente ha un buon decorso post operatorio. Nella gestione di questo primo trapianto con ricevente positivo al Covid abbiamo seguito le linee guida indicate dal Centro Nazionale Trapianti, che consentono il trapianto su pazienti asintomatici, come in questo caso”.

Il prelievo dell’organo, spiegano dall’ospedale, “è stato effettuato dal cardiochirurgo Stefano Andriani, con trasporto aereo e successivo supporto della Misericordia di Siena, mentre il trapianto è stato effettuato dai cardiochirurghi Giuseppe Davoli e Andrea Gambacciani, dall’anestesista Marco Garosi, insieme al personale di sala operatoria e al supporto dei perfusionisti, con il coordinamento dei cardiochirurghi Massimo Maccherini e Sonia Bernazzali”.

“Si tratta di un risultato importante per il nostro dipartimento – aggiunge Serafina Valente, direttore del Dipartimento Cardio-Toraco-Vascolare – che ha visto una grande collaborazione multidisciplinare, sia nella fase precedente al trapianto, poiché il paziente era ricoverato in condizioni critiche da oltre un mese nella nostra Cardiologia, sia nella fase immediatamente successiva al trapianto, per l’impostazione della terapia, bilanciando quella immunosoppressiva con quella antivirale. I trapiantati infatti, per evitare il rigetto dell’organo, sono sottoposti a terapia immunosoppressiva e questo poteva creare criticità con la cura dell’infezione da covid-19 che è stata invece brillantemente gestita anche grazie alla collaborazione con Malattie Infettive e Tropicali, unità diretta dal professor Mario Tumbarello”.

emanuele giorgi

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