La cittadella della cultura è l’idea nata nell’incontro dal titolo “Le arti performative: quale futuro a Siena”, svolto oggi nella sede del comitato elettorale di Anna Ferretti, candidata sindaca per il Centrosinistra.
“Una cittadella dove si possano riunire i variegati mondi di musica, danza, teatro, cinema. Dove si possano organizzare spettacoli, concerti, rappresentazioni teatrali, ad uso delle numerose compagnie professionistiche che operano nel senese. Perchè Siena ha una grande tradizione nelle arti performative ma, negli ultimi anni, gli artisti sono stati lasciati soli, non si è investito nel settore culturale, mortificando tante professionalità, come hanno precisato i quattro relatori, Vincenzo Coli, Rosanna Cieri, Massimo Biliorsi e Donatella Pollini che hanno parlato rispettivamente di cinema, danza, musica e teatro”, scrivono dallo staff di Ferretti.
”Si parla spesso di cultura a Siena pensando ai musei e alle opere d’arte – ha detto in apertura Anna Ferretti –, ma le arti performative sono ugualmente cultura da sostenere e da promuovere soprattutto tra i giovani. Per questo stamani ho voluto organizzare un dibattito su questo universo senese”.
Ad aprire il giro di opinioni è stato Vincenzo Coli, giornalista esperto di cinema, che con una battuta ha riassunto il momento che stanno vivendo le sale cinematografiche.
“Oggi il cinema a Siena è un panda, va preservato – ha detto -. Ci sono rimaste tre piccole sale oltre al Pendola e tutte hanno difficoltà a sopravvivere. Sarebbe bello fare un’esperienza come il Politeama di Poggibonsi, ma a Siena manca uno spazio così. Non parlo di una multisala, modello ormai superato, ma di un contenitore multimodulare dove si possa fare di tutto. Il rapporto con il cinema in passato è stato forte, qui negli anni Settanta fu istituito il corso di laurea in cinema, oggi potremmo proporre una scuola del cinema in cui si insegnano le nuove professioni come il videomaker, sarebbe un’opportunità per tanti giovani anche di fuori Siena”.
Il mondo della danza, pur avendo ottimi professionisti e ben 20 scuole attive, è poco riconosciuto e seguito. Lo ha asserito Rosanna Cieri, regista di Motus.
“Chiedo innanzitutto che la prossima amministrazione nomini un assessore competente – ha chiesto rivolgendosi alla candidata Ferretti – e che sia affiancato da persone del settore che possano supportarlo con conoscenze specifiche nei vari campi. I professionisti della danza andrebbero sostenuti, arrivano aiuti dalla Regione Toscana ma non bastano. Per questo l’ufficio progettazione europea del Comune, se fosse messo al servizio degli artisti, potrebbe attrarre risorse per creare spettacoli da portare in giro per il mondo. Ricordiamoci che Siena è gemellata con Avignone, sede del più grande festival di arti performative, perchè non sfruttare questa occasione per partecipare con produzioni senesi da mettere in scena anche all’estero?”.
Stesse difficoltà a trovare spazi per provare e per mettere in scena spettacoli, le incontrano le compagnie di teatro senesi.
“La tradizione del teatro a Siena risale al ‘500 – ha spiegato Donatella Pollini, per anni direttrice dei teatri senesi – abbiamo due splendidi esempi che sono i Rozzi e i Rinnovati ma sono costosissimi da aprire e non possono essere la soluzione della carenza di spazi per gli artisti senesi. C’è bisogno di una casa per le arti performative, uno spazio agile, contemporaneo, facile da gestire, che non richieda troppe spese. Uno spazio che abbia varie sale prove, una sartoria, l’attrezzatura, dove gli artisti senesi possano incontrare anche i colleghi italiani o internazionali per uno scambio di esperienze. Cerchiamo un luogo in periferia dove le compagnie possano lavorare”.
Il polo musicale senese, Siena Jazz, Accademia Chigiana, Istituto Franci, fa didattica e produzione ed è un’eccellenza internazionale. “Occorre una regia – ha detto Massimo Biliorsi, giornalista esperto di musica -, e questo può farlo l’amministrazione comunale per garantire che non ci siano sovrapposizioni di eventi e per individuare uno spazio per i concerti. A Firenze il palasport è polifunzionale, in un solo giorno riescono ad alternare le partite ai concerti. Siccome a Siena è fallito il progetto dell’auditorium, pensiamo al Palasport come luogo da adattare a questo compito. Può essere adibito anche per la convegnistica. Questo risolverebbe i problemi di carenza di strutture in inverno. D’estate il luogo ideale è la Fortezza, da dare in gestione non con un bando unico ma suddiviso tra le varie attività che si dovranno svolgere”.
Numerosi gli interventi dal pubblico che hanno dimostrato l’interesse verso la produzione culturale senese. La candidata sindaca, nel tirare le conclusioni del dibattito, ha sposato l’idea di una cittadella della cultura. “Dovremo valutare quali grandi contenitori ci sono di proprietà del Comune che potrebbero essere convertiti. Mi piace l’idea di un luogo dove si producono spettacoli così come l’ipotesi di proporsi ai festival internazionali. Ho raccolto tanti spunti interessanti che, se sarò eletta sindaca, ho intenzione di approfondire con i vari rappresentanti delle arti performative, un mondo che ha grandi potenzialità”.