Su Mps e le Scotte l’associazione Confronti chiede ai partiti “di vedere quanto meno qualche reazione” perché “sarebbe il segno che i problemi che rappresentano non sono, come invece temiamo, fuori dalla loro agenda politica”.
L’Associazione poi espone la propria ricetta sia sull’ospedale che su Rocca Salimbeni. Sulla Banca “non ci stancheremo mai di dire che è incoscienza pura immaginare una retrocessione dello Stato dal capitale a condizioni di mercato quando il mercato stesso, oggi, non può rispondere alle sue stesse regole. Semplicemente, perché queste sono saltate-spiegano da Confronti.. A causa del Covid, prima, quando contrastavamo lo spezzatino pro Unicredit. A causa della guerra, del costo esorbitante dell’energia, della penuria di materie prime, oggi”.
“I diciotto mesi che il ministro Franco sembra aver concordato con Bruxelles per la privatizzazione sono un tempo insufficiente, che non potrà assolutamente consentire la ricostruzione delle normali condizioni di mercato. E l’eventuale vendita del Monte – o l’accorpamento – sarà una svendita a tutto danno del patrimonio che l’istituto rappresenta per la credibilità del sistema bancario nazionale. Nonché a danno di un sistema di risparmio e di credito realmente concorrenziale”, proseguono.
Invece per Le Scotte “è il momento di ricostruire l’azienda quale polo formativo e assistenziale di eccellenza-aggiungono-. Non bastano gli investimenti strutturali per ristabilirne la funzione: occorrono strategie di lungo respiro, da condividere con Regione e Università , che liberino il presidio da funzioni proprie di un ospedale del territorio, anziché di un policlinico. C’è da superare, diciamocelo, una certa “subalternità ” all’azienda sanitaria, verso i cui bisogni il Policlinico si è reso anche troppo disponibile. Perché certe prestazioni devono tornare ad essere servizio offerto dal territorio, anziché dall’ospedale delle eccellenze. Le risorse del Pnrr devono servire anche a questo”.