Torre del Mangia, Museo Civico e Santa Maria della Scala fanalini di coda in Toscana per numeri di biglietti e ingressi gratuiti”. È questa la notizia che da ieri rimbalza sulla stampa. Ancora una volta siamo al primo posto per ‘opportunità mancate’ a causa dell’assenza, quasi totale, di una politica culturale strategica capace di valorizzare, dare slancio e contemporaneità alle inestimabili risorse, materiali e immateriali, che ci rendono una delle capitali dell’arte e della cultura nel mondo.
Come fare? Abbiamo tutte le possibilità per invertire questa tendenza, ridando al Comune quel ruolo di promotore, coordinatore e facilitatore tra i vari soggetti di una politica culturale di qualità che sappia agire in chiave strategica, di progresso e di produzione. Per noi la cultura è un asset strategico di governo per produrre ricchezza, progettualità, programmazione, ricerca, formazione, opportunità occupazionali e attrattività. Un asset che si unisce e si integra alle politiche per il turismo e alla definizione, nazionale e internazionale, dell’immagine di Siena come destinazione culturale di primo livello. Solo se il Comune tornerà ad essere un punto di riferimento affidabile potrà svolgere quel ruolo di facilitatore, ricucendo i rapporti con le altre istituzioni e coinvolgendo quelle con cui, fino ad oggi, non ha collaborato: dalla Fondazione Musei Senesi (dalla quale il centrodestra è voluto uscire) all’Università degli Sudi e a quella per Stranieri, dalla Fondazione Mps fino al Ministero e alla Regione Toscana, coinvolgendo nelle singole iniziative i Comuni della provincia.
I musei come afferma International Council of Museums devono essere “istituzioni permanenti senza scopo di lucro e al servizio della società che effettua ricerche, colleziona, conserva, interpreta ed espone patrimonio materiale e immateriale. Istituzioni aperte al pubblico, accessibili e inclusive, promuovono diversità e sostenibilità. I musei operano e comunicano eticamente e professionalmente e con la partecipazione delle comunità, offrendo esperienze diversificate per l’educazione, il piacere, la riflessione e condivisione”. Tutto questo è quello al quale i musei della città devono ambire e così lontano da quello che fino ad oggi è stata l’offerta che il centrodestra ha dato ai visitatori. In questo percorso ambizioso l’obiettivo del Polo Civico è quello di coinvolgere cittadini, associazioni, imprese del settore culturale e turistico e gli studenti che gravitano sul territorio. In parte questo percorso è stato recepito a livello giuridico (Comunità di eredità) dal Santa Maria della Scala ma nei fatti, purtroppo, è stato contraddetto da una gestione indistinta, arruffata e lontana dall’idea di centro culturale che è la destinazione naturale dell’antico spedale di Siena.