Oltre 20mila preferenze ottenute tra i collegi di Bologna, Reggio Emilia e Ferrara. E’ la giovanissima Elly Schlein la candidata più votata delle recenti regionali in Emilia Romagna. Elly non ha ancora compiuto 35 anni ma non è una neofita della politica, dal 2014 al 2019 è stata europarlamentare per il Pd e successivamente nel movimento Possibile fondato da Pippo Civati. In queste elezioni Schlein si è schierata con una lista minore dal nome “Coraggiosa” che sosteneva Stefano Bonaccini, candidato del centrosinistra, a renderla famosa è stato un siparietto con il leader della Lega Matteo Salvini.”Matteo, sono una tua ex collega all’Europarlamento, ti ricordi?- questo ha detto al rivale politico al termine di un comizio a San Giovanni in Persiceto -Perché non sei mai venuto alle 22 riunioni sui negoziati per l’accordo di Dublino?”. Qualcuno ha immortalato la scena con il cellulare e l’ha caricato sui social, da li’ Schlein è diventata famosa in tutta Italia, non solo in Emilia.
Nata a Lugano, Elly vive in Emila Romagna da molti anni, la sua storia e quella della sua famiglia abbraccia tutto il ‘900 e tocca ogni punto del mondo: inizia a L’Viv, città dell’Ucraina, passa da New York, dalla Svizzera e finisce a Bologna. Nelle tante tappe, di questo lungo viaggio c’è anche la nostra città. Elly Schlein è figlia di Melvin, un ebreo americano, e di Maria Paola Viviani. Il nonno di Elly è il senese Agostino Viviani. Di famiglia cattolica, Agostino fu un convinto socialista. Durante il ventennio fascista fu l’unico a non iscriversi al Guf e nel giorno della discussione della sua laurea non indossò la camicia nera, messa invece da compagni e professori.
Dal 1937 lavorò come procuratore legale nel nostro tribunale. Difese i cittadini ebrei anche dopo le leggi razziali, un senso della giustizia così forte da fargli superare anche la diffida ricevuta dal Pnf per aver seguito il caso di un noto commerciante di Siena. Sempre nel 1937 entrò nel movimento Giustizia e Libertà e si adoperò in ogni modo per salvare intere famiglie dai rastrellamenti. Durante la guerra scappò dalla nostra città, nel primavera del 1943 una squadra di guardie fasciste voleva prelevarlo, dando esecuzione ad un ordine di cattura del Tribunale speciale per la difesa dello Stato. Si rifugiò a Firenze in clandestinità anche se a Siena però avrebbe fatto ritorno dopo poco per entrare nel locale Comitato di liberazione.
Dopo il 1945 ritornò a fare l’avvocato. Durante la Prima Repubblica fu tra i fondatori del Partito socialista del lavoro e poi aderì al Fronte Popolare .Nel 1953, iniziò il suo periodo milanese, lavorava nello studio dell’avvocato e politico socialista Lelio Basso. Durante quegli anni partecipò a processi come quello per i falsi danni di guerra, a quelli Rosso-Tobagi e contro la Prima Linea, al processo 7 aprile contro i militanti di Autonomia Operaia e al Moro quater. Sempre nella città lombarda partecipa attivamente nelle fila del Partito socialista italiano – prese la tessera nel 1949-. Nel 1972 fu eletto senatore e successivamente nominato Presidente della Commissione Giustizia.
Sotto la sua presidenza furono elaborate la riforma del diritto di famiglia, la riforma penitenziaria, la regolamentazione dell’uso degli stupefacenti, la prima delega al Governo per la riforma del Codice di procedura penale, l’aborto. Nel 1979 la sua carriera politica si concluse per il volere di Bettino Craxi, Agostino non venne ricandidato.In rotta di collisione con la nuova linea del Psi, dodice mesi dopo, dette anche le dimissioni dal partito. Nel 1994 fu eletto membro del Csm nel giugno 1994, dove rimase fino al 1998.
Marco Crimi