Ema PesciolinoRosso e Papà Gianpietro a Siena per raccontare la storia di Emanuele ai ragazzi del Caselli

“Ho fondato questa associazione dopo che mi trovai sopra un fiume, e seppi che mio figlio di sedici anni, dopo aver assunto della droga sintetica, si era buttato. A quel punto avevo due possibilità: buttarmi anche io o cercare un senso più grande per la mia vita”. È così che Gianpietro Ghidini racconta ormai da quasi dieci anni agli studenti di tutta Italia la sua storia personale, la storia di un padre che ha perso un figlio. Papà Gianpietro, infatti, ha scelto di portare la consapevolezza a quanto più ragazzi possibile, e, questa mattina, è stato il turno dei giovani alunni dell’istituto Caselli di Siena.

“Sono qui per parlare coi ragazzi e non per insegnare qualcosa – prosegue -. Io vorrei stimolare i ragazzi a porsi le giuste domande in un mondo che li vuole riempire di risposte. Ci vogliono far credere che la felicità si trova nel denaro e nelle ricchezze, ma dobbiamo guardare il mondo da un’altra prospettiva, quella dell’essere umano”.

Emanuele Giorgi