“Con il vaccino siamo alla fase preclinica. Faremo i test sugli animali e, se verrà dimostrata l’efficacia, passeremo a fare i test i test sull’uomo. Bisogna che i cittadini capiscano che i tempi non sono brevi: per un vaccino influenzale ci voglio solitamente dai 5-6 mesi, non possiamo pensare che un antidoto contro una patologia nuova sia prodotto in poche settimane“. Parole del docente con cattedra in Vaccinologia all’università di Siena, epidemiologo e ceo di VisMederi Emanuele Montomoli che ha ricordato l’impegno della sua azienda in questa emergenza.
Nell’ormai consueta intervista con Siena News, insieme a Katiuscia Vaselli, Montomoli ha fatto il punto della situazione sulla crisi covid19. “Siamo più vicini al picco e anche in Toscana non mi aspetto impennate clamorose – afferma-. Ancora non si vedono gli effetti delle misure di contenimento ma spero che nel breve periodo si veda una flessione del contagio. Tutto aprile è tutto maggio lo dovremo fare con delle misure di contenimento, fine maggio è possibile che si possa risbloccare qualcosa“.
Montomoli poi si è fermato sui numeri delle morti in Italia, che hanno ieri superato quelli della Cina. “Abbiamo un sistema di notifica diverso da altri paesi. Guardate la Germania, hanno 16mila contagiati e solo 44 morti, noi,a differenza loro, indichiamo come morti di covid19 anche chi ha magari soffre di patologie pregresse“.
“Logicamente poi da noi c’è anche una questione di età demografica, siamo una popolazione anziana e questo influisce sul numero dei decessi -prosegue-“. Sulle strategie adottate per il paese Montomoli ha ribadito che quello di chiudere tutto e farci rimanere a casa era qualcosa di necessario ma che comunque” vale per il breve periodo, nel lungo termine bisogna cercare altre soluzioni – sostiene-. Se ricominciassero, in primavera o in estate, i contatti stretti tra le persone senza avere trovato l’immunità di gregge sarebbe tutto inutile perchè saremmo nuovamente esposti a focolai“.
Spazio poi ad un ragionamento sull’argomento delle mascherine, l’epidemiologo negli ultimi giorni ha ribadito più volte l’acquisto delle mascherine di tipo Ffp2 o quelle di tipo chirurgico non garantiscano la protezione. “Servono del tipo Ffp3 che hanno delle maglie di tessuto più strette rispetto alla grandezza del coronavirus – precisa-. Io capisco che mascherine di questo tipo non si trovino più ma ma non deve essere fatto passare il messaggio che gli altri tipi sono efficaci perchè hanno il marchio CE. Inoltre se io ho la barba la mascherina potrebbe non aderirmi bene al volto e quindi potrebbero esserci dei buchi dove passa l’aria”.
Katiuscia Vaselli
Marco Crimi
Di seguito l’intervista integrale