Sarebbe dovuto atterrare in Italia in queste ore dove avrebbe riabbracciato i suo cari, ma Emanuele Marsili sarà costretto a passare il Natale bloccato nel Regno Unito. Senese, di 25 anni, dopo aver conseguito la laurea nel nostro ateneo il ragazzo ha inseguito la sua passione per la chimica che lo ha portato a iscriversi ad un dottorato di ricerca all’università di Durham, nel nord-est dell’Inghilterra.
“Mi sento triste – racconta a Siena News-, ma vista la situazione ho deciso comunque di essere pragmatico: alla fine bisogna realizzare che non possiamo fare un granché. Ho già parlato con i miei e con altre persone, ho cercato soluzioni alternative per tornare. Non c’è stato nulla da fare”.
Emanuele, come migliaia di altri connazionali, non potrà rientrare nel nostro Paese per passare qui il periodo delle Feste: l’Italia, adottando una misura precauzionale contro la cosiddetta ‘variante inglese’ del coronavirus, ha deciso lo stop agli aerei provenienti dal Regno Unito dalla scorsa domenica 20 dicembre almeno fino alle 23.59 del 6 gennaio. Il volo del giovane senese che dall’aeroporto di Heathrow lo avrebbe dovuto portare a Roma non partirà mai. “Con i miei ci sentiremo su Skype, ma non ci sono molte alternative per festeggiare il Natale – ci racconta-. Durham è una citta studentesca ed è desolata per le festività”.
Emanuele però è ben consapevole di una cosa: “Se rimanere da solo in Inghilterra vuol dire dare un contributo alla comunità per superare questa pandemia alla fine mi sacrifico volentieri”, afferma. “Tutti prima o poi dovremo passare il Natale senza i nostri genitori – continua-, anche se non mi aspettavo che fosse quest’anno e soprattutto non mi aspettavo che avvenisse tutto così all’improvviso: con l’annuncio qualche giorno fa di una mutazione del Sars-cov2”.
Ma quale è la situazione in Inghilterra adesso? “Durham è lontana da Londra che è stata messa nuovamente in lockdown – racconta-. La mutazione è stata scoperta da poco e probabilmente non sono stati ancora fatti screening sulla nuova variante, anche se sicuramente ci verrà posta molta più attenzione adesso. Penso comunque che il primo caso non sia quello di Londra, è possibile che la mutazione sia già presente in altri paesi ed in Italia temo che il positivo scoperto la scorsa domenica 20 dicembre non sia il nostro paziente uno”.
“Alla fine la situazione di allarme che c’è qui non è diversa da quella che si sta vivendo e si è vissuta nel resto del mondo – prosegue-. Dobbiamo restare calmi. Nessuno è felice di quello che sta avvedendo, ma non possiamo fare altro che rispettare le regole e cercare, nei modi possibili, di vivere normalmente”.
Dopo l’estate passata a Siena, per il ragazzo questi mesi autunnali non sono stati facili. La Gran Bretagna è ripiombata in un secondo lockdown nazionale per la diffusione del contagio. Le prime vaccinazioni avevano donato un bagliore di speranza, un bagliore in parte oscurato da questa mutazione del virus. “Fino al 3 dicembre abbiamo dovuto vivere con restrizioni pesanti, non c’è stata la possibilità di distrarre la mente – conclude-. Devo dire però la verità: la situazione è stata meno drammatica della prima ondata primaverile. Il motivo? Eravamo già abituati a passare settimane difficili”.
Marco Crimi