“Le istituzioni guardino oltre i colori politici delle amministrazioni, facciano sinergia e coinvolgano tutti i soggetti del territorio per aprire un confronto serio sull’occupazione, la sua qualità e che intervenga sulle specifiche situazioni di crisi aziendali, ma soprattutto che lavori sulla costruzione di un patto per lo sviluppo volto a garantire un futuro che scongiuri il declino del territorio senese”. Queste le richieste di Cgil, Cisl e Uil di Siena dopo aver avviato un percorso di partecipazione lungo e articolato che ha riscontrato grosso interesse. Di fronte all’emergenza socioeconomica da febbraio, i sindacati hanno presentato, infatti, una piattaforma unitaria che ha l’obiettivo di costruire un patto collettivo per lo sviluppo del territorio.
“Abbiamo constatato un’enorme convergenza sulla preoccupazione – commentano le organizzazioni sindacali – rispetto alla crisi produttiva e occupazionale che vive il territorio e che rischia di venire profondamente aggravata nel futuro rispetto alla prospettiva dei dazi d’oltreoceano ed allo stesso tempo abbiamo riscontrato, pur partendo da punti di vista inevitabilmente diversi, la disponibilità da parte di tutti a costruire un percorso di confronto che provi ad individuare alcuni punti centrali sui quali costruire alleanze e sinergie volte a costruire una progettualità condivisa per la tenuta socio economica ed il rilancio produttivo del territorio”.
“Siamo convinti che la capacità di tenuta e accrescimento della qualità del tessuto produttivo e del lavoro passa innanzitutto dalla capacità di fare rete tra le istituzioni, le organizzazioni sindacali e le associazioni datoriali; – spiegano le sigle -. Una capacità di coordinamento che deve provare a costruire progettualità oltre i confini ed i perimetri definiti dalle mappe geografiche: per mettere a sistema le risorse stanziate e attrarne di nuove per uscire dall’isolamento territoriale sia verso le altre province sia di intere aree interne dentro la nostra provincia, attraverso politiche territoriali condivise sul turismo e sul potenziamento e la manutenzione delle infrastrutture strategiche”.
“Ma soprattutto è necessario avviare sinergie che sollecitino politiche economiche di protezione del lavoro e delle imprese che rischiano di venire travolte dalle politiche dei dazi e politiche industriali di sostegno al rilancio e alla crescita, – concludono Cgil, Cisl e Uil – attraverso la costruzione modelli di produzione capaci di affrontare una sfida competitiva fondata sulla responsabilità sociale e sull’innovazione, ovvero, partendo dall’analisi dei flussi di produzione, che realizzino politiche premianti per le aziende che si inseriscono in percorsi socialmente e contrattualmente qualificanti e penalizzino chi fa leva sulla concorrenza sleale, fondata sullo sfruttamento lavorativo e sul dumping contrattuale”.