Al fianco dei lavoratori e dei sindacati che li rappresentano. Con un impegno preciso: mantenere a Siena lo stabilimento e chiedere garanzie per il suo futuro. Il presidente della Toscana Enrico Rossi oggi si è recato a Siena per incontrare, insieme al consigliere regionale Simone Bezzini, le RSU aziendali della Whirlpool. Tra gli operai c’è preoccupazione per le scelte fatte dalla multinazionale a Napoli e per la situazione di sottoutilizzo del sito senese che protrae da tempo.
“Sono venuto – ha detto Rossi – per capire i problemi dei lavoratori, le prospettive, gli impegni ed il ruolo che può svolgere la Regione. Naturalmente c’è preoccupazione per quanto accaduto a Napoli, ma spero che questo non sia il futuro per Siena dove è opportuno verificare se il programma industriale è stato rispettato e quindi anche se le risorse messe a disposizione dalla Regione hanno avuto un seguito o se sono rimaste bloccate. Poi si tratta di capire se davvero esiste un’idea e una strategia per questo sito. E per questo chiederemo all’amministratore delegato un incontro e al governo di impegnarsi con il massimo sforzo, oltre al rinnovo degli ammortizzatori sociali. Perché i lavoratori vogliono stare dentro lo stabilimento e lavorare”.
Lo stabilimento senese è da tempo sottoutilizzato e i contratti di solidarietà scadono ad aprile 2020. L’impegno congiunto di tutti gli attori in campo finora ha permesso al sito di Siena di non essere stravolto dal processo di ristrutturazione conseguente alla fusione di Indesit e Whirpool.
“Credo – ha aggiunto Rossi – che se il governo nazionale costruisse delle politiche industriali anche le multinazionali sarebbero costrette a confrontarsi di più con queste politiche. Noi a livello regionale lo abbiamo fatto, la mole di supporti che abbiamo dato è importante”. I lavoratori non si fidano di ciò che dice la proprietà. “Anche noi – conclude il presidente – chiederemo le nostre assicurazioni. Apprezzo che il sindaco ed il Comune si siano mossi, anche la Regione aggiungerà il proprio peso e impegno, in quanto ente che ha supportato le politiche e gli investimenti dell’azienda. I lavoratori la loro parte la stanno facendo per mantenere aperto il sito, con ritmi produttivi piuttosto sostenuti e rinunciando a una parte del loro stipendio”.
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