La mano che accarezza la bara chiara di betulla, con quel gesto materno che rassicura, quasi a dire “tutto andrà bene, io sono sempre accanto a te”: Sara Moscadelli non si è mai staccata dal figlio, se non sorretta dall’abbraccio di Simona, l’altra figlia, e del marito Gianfranco. E’ un dolore insopportabile che tocca ognuno dei presenti nella chiesa di San Bernardino da Siena, alle Badesse. E’ un lamento sommesso che squarcia come un urlo rabbioso il silenzio di quello spazio gremito di persone: nella piccola frazione di Monteriggioni si sono riuniti oggi in centinaia per l’ultimo saluto a Stefano Sanna, il 28enne ucciso sabato notte, mentre tornava a casa, da un pirata della strada che aveva imboccato in senso contrario la Siena – Firenze.
Tantissimi amici arrivati anche dalla Sardegna, imprenditori agricoli di tutta la provincia e naturalmente la grande comunità sarda del territorio. Quasi lo scontro simbolico tra la potenza della terra e degli uomini che lavorano ogni giorno contro il volere, inspiegabile, del cielo.
Ci sono poi il sindaco di Monteriggioni Andrea Frosini, i rappresentanti della Lega provinciale, in particolare il capogruppo in consiglio comunale Paolo Salvini e il vice sindaco di Siena Andrea Corsi. E il cardinale Lojudice che, impossibilitato a presenziare, ha mandato il proprio abbraccio alla famiglia attraverso il parroco.
“Perché?” è la domanda che si pone padre Eliseo Grassini durante l’omelia. “Ed è l’unica domanda che è comune a ognuno dei presenti. Ma Stefano inizia la visione di quel Dio nel quale ha creduto, di quel Dio che ci fa soffrire, talvolta in modo insopportabile, ma è quel Dio che non permette che la morte abbia il sopravvento. L’amore vince sempre sulla morte, perché è la forza più grande”.
E mentre il sacerdote parla, Sara Moscadelli continua ad accarezzare quella bara che ha voluto bianca per il suo Stefano, un chiarissimo legno di betulla sommerso di fiori “per questa luce che il Signore mi ha portato via”.
Non è difficile, è impossibile raccontare lo strazio di una madre, di genitori che devono seppellire un figlio. E’ difficile anche per chi, come noi, ha il compito di raccontare certi momenti. Tutto questo mentre ad alcuni chilometri di distanza, al policlinico delle Scotte, il trentenne rumeno accusato di omicidio stradale rimane piantonato ed è atteso per domani l’interrogatorio della gip Ilaria Cornetti per la convalida dell’arresto.
Alla fine dei funerali, il saluto struggente di Paola, amica da una vita di Stefano: “Quel sorriso sempre brillante, quel ragazzo favoloso, quel carattere splendido e quel sorriso meraviglioso. Così ti ricorderò, in ogni cosa, alzerò lo sguardo al cielo e ti vedrò. Fa’ buon viaggio Stefano”. Terminato l’elogio funebre, Paola si lascia andare ad un lungo abbraccio alla bara e il silenzio si rompe in un lunghissimo applauso che accompagna il feretro fino all’uscita dalla chiesa. Di lì, per volere della famiglia, la sepoltura nel piccolo cimitero di Lornano. Qui Stefano Sanna riposerà per sempre, lasciando
Katiuscia Vaselli
ha collaborato Emanuele Giorgi