Chi va con lo zoppo impara a zoppicare, anche se ha camminato bene per tanto tempo. Potrebbe essere questa la morale che emerge da una vicenda di ieri e dalla seconda vita di una donna che per molti anni non aveva avuto problemi con la giustizia. Vanta anzi un ottimo lavoro da segretaria in un’importante azienda del senese. Da quando convive con un noto pregiudicato siciliano di dieci anni più giovane di lei e lo ospita agli arresti domiciliari a seguito di una condanna, con maggiore o minore partecipazione, si è fatta coinvolgere in una serie di intoppi giudiziari. Erano stati beccati entrambi a compiere dei borseggi, prima a Firenze e poi a Roma, così che lui aveva incrementato il proprio curriculum giudiziario mentre lei lo aveva invece intrapreso in maniera molto decisa, per forza o per amore, secondo un noto adagio. Fatto sta che oggi si dovevano presentare ad un’udienza al Tribunale di Roma e non disponendo di un’auto per recarsi nella capitale, o almeno così hanno detto ai Carabinieri, avrebbero dovuto partire ieri pomeriggio e pernottare a Roma, in maniera da potersi presentare puntuali all’udienza programmata. Coi mezzi pubblici non avrebbero potuto farlo e i carabinieri se ne erano resi conto e avevano informato della questione il giudice che aveva disposto gli arresti domiciliari. Lei era ed è sottoposta semplicemente ad un obbligo di dimora e può circolare nel centro abitato di residenza. Fatto sta che, ottenuta l’autorizzazione ad anticipare la partenza, sono stati beccati entrambi a zonzo su un’auto condotta da lui, dagli stessi carabinieri che non si erano fatti troppo convincere dalle asserzioni sull’indisponibilità di un’auto da parte dei due, sui quali non nutrono evidentemente troppa fiducia. L’auto a bordo della quale viaggiavano proveniva da Siena e dunque, verosimilmente, la coppia di conviventi aveva approfittato della situazione per fare un giretto in città, svagarsi un attimo, perché le restrizioni alla libertà di circolazione sono davvero una seccatura e questo lo potremmo anche comprendere. Ma tant’è. Lui è stato così denunciato per evasione dagli arresti domiciliari e lei per procurata evasione. Dovranno spiegare anche perché avessero giustificato la loro richiesta di anticipare la partenza per Roma con la frottola di non disporre di un’auto, auto utilizzata forse oggi per il viaggio a Roma, problematica fittizia a ben vedere. L’evasione dagli arresti domiciliari potrebbe anche comportare la carcerazione dell’uomo, la revoca del beneficio, e i due potrebbero essere forzatamente separati per il peccato di aver fatto i furbi.
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