La scuola che resta chiusa? Per il governatore della Toscana Enrico Rossi è ” un fallimento totale” dell’attuale Governo. E’un attacco a tutto campo quello del presidente della Regione sull’argomento della formazione pubblica. “Tutto è stato aperto sulla base della spinta politica e della pressione delle categorie- prosegue Rossi-. Persino la formazione che è gestita dai privati riaprirà, fuorché la scuola, il luogo per eccellenza pubblico della istruzione e della educazione su basi egualitarie”.
Ed ancora “se la scuola fosse stata privata, il governo avrebbe ceduto agli interessi di categoria“, continua Rossi che aggiunge “si sarebbe detto: l’economia deve ripartire, la salute va contemperata con il diritto al profitto. Ma siccome la scuola, grazie alla nostra Costituzione, non è privata, allora non interessa”.Più morbido invece il giudizio sugli assistenti civici. “Aumentare il potere di intervento e controllo da parte degli enti locali riguardo alla sicurezza in genere e alle regole per contrastare il diffondersi delle pandemia è opportuno è giusto- scrive il Governatore in un post su Facebook”.
“Non basta lamentarsi degli assembramenti e della mancanza di mascherine se poi non si fa abbastanza per evitare che questi comportamenti si diffondano”, spiega Rossi che inoltre sostiene che quello delle guardie civiche è un progetto “giusto perché, se opportunamente retribuito e se non confuso con il volontariato, il lavoro degli assistenti civici potrebbe in questa fase impiegare utilmente migliaia di disoccupati, a cui comunque si dovrebbe garantire un reddito minimo”.
Infine la considerazione finale “per quanto mi riguarda – conclude Rossi-, è meglio garantire un lavoro dignitoso regolarmente pagato che dare un po’ di soldi per sopravvivere e non far niente. In questo senso la proposta di Boccia contiene alcune ambiguità e può in effetti essere meglio formulata: gli assistenti civici devono essere assimilati agli ausiliari del traffico, ai “vigilini”, che coadiuvano la polizia municipale”.