Siena

Fazzi: “Servizio Partecipate istituito per migliorare le attività di controllo e vigilanza”

“Il servizio partecipate è stato istituito ben prima della deliberazione della Corte dei Conti per migliorare le attività di controllo e vigilanza da parte del Comune di Siena”. E’, in sintesi, la risposta dell’assessore al bilancio Luciano Fazzi in merito all’interrogazione sulla Corte dei Conti – Sezione Toscana presentata questa mattina, mercoledì 15 febbraio, in consiglio comunale dal consigliere Alessandro Masi (Pd).

Come spiegato dallo stesso nella sua illustrazione: “L’amministrazione, ben prima della deliberazione della Corte dei Conti, aveva ritenuto di rinforzare la struttura competente nel rapporto con le partecipate e con deliberazione della giunta vomunale dello scorso 8 agosto 2022, nell’ambito dell’approvazione dell’allora nuova macrostruttura dell’ente, aveva costituito un apposito servizio partecipate al fine di migliorare le attività di controllo e vigilanza sul gruppo di amministrazione pubblica”.

“Le azioni dell’amministrazione – ha proseguito – possono infatti essere rivolte ai futuri provvedimenti di ricognizione e soprattutto alle propedeutiche attività amministrative; non possono invece prevedere ‘l’integrazione’ delle delibere precedentemente adottate, in quanto facenti riferimento ad attività esaurite e già valutate dalla Corte dei Conti (attività e ricognizioni al 31 dicembre 2019 e 31 dicembre 2020) anche a seguito dei chiarimenti forniti dall’ente”. Aggiungendo poi alcune riflessioni sulla delibera in oggetto e sulle criticità segnalate, Fazzi ha sottolineato che “il punto di maggior rilievo appare essere l’esigenza di ricondurre alcune società partecipate nel perimetro del ‘controllo pubblico’; dal ritenere una partecipata in controllo discendono infatti diversi obblighi da parte della società. Sul punto tuttavia, pur condividendo in linea di massima le osservazioni della Corte, corre l’obbligo di rilevare che laddove l’azionariato, per quanto di maggioranza pubblica, sia frammentato, il controllo può essere esercitato solo in modo congiunto con gli altri soci, non essendo peraltro irrilevante la percentuale di capitale pubblico che, se non al 100%, può solo presuntivamente far ipotizzare l’esistenza del controllo stesso”.

“Inoltre – ha aggiunto – alcune segnalazioni della Corte appaiono di natura esclusivamente formale e comunque di fatto già superate, come per esempio: la situazione delle Terre di Siena Lab srl e Gsm srl.. Altre, invece, sono state risolte con la revisione periodica delle partecipate al 31 dicembre 2021, come: la richiesta del parere dell’organo di revisione sulla deliberazione di ricognizione, la redazione della ‘relazione tecnica’ e della ‘relazione sullo stato di attuazione’ del precedente piano di razionalizzazione quali allegati alla revisione periodica”. Per quanto riguarda la risoluzione delle segnalazioni relative a società con capitale a maggioranza privata: “Si ritiene che non sia nella disponibilità dell’ente che pertanto non può assicurare il buon esito delle azioni suggerite dalla Corte, sia per l’esiguità appunto della partecipazione societaria dell’ente e quindi per l’impossibilità di incidere sulle scelte strategiche sia per le diverse aspettative della compagine sociale nel suo complesso. A seguito della ricognizione effettuata nel mese di dicembre e, prima ancora, a quella di settembre, estesa anche a tutti gli enti partecipati, si osserva come non siano emerse criticità sostanziali nell’analisi dei principali dati di bilancio delle organizzazioni considerate”. “Il 2 febbraio – ha concluso -, il servizio partecipate ha condiviso le suddette riflessioni con il Collegio dei Revisori confermando la massima disponibilità anche per valutare puntuali suggerimenti che il Collegio volesse formulare”.

Il consigliere comunale Alessandro Masi (Pd) si è ritenuto “non soddisfatto”, spiegando che “il bilancio è materia esclusiva del consiglio e che non ci doveva essere bisogno di un’interrogazione per informare doverosamente e nel dettaglio i consiglieri riguardo a questa deliberazione della Corte dei Conti. Infatti non era sufficiente la sola comunicazione della pronuncia ma ne andava discusso su iniziativa della stessa amministrazione”.

marco crimi

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