Un intervento urgente sulle locazioni commerciali come ad esempio un credito d’imposta del 30%, così come avvenuto durante la pandemia, o l’introduzione della cedolare secca sugli affitti commerciali condizionati all’obbligo di una congrua riduzione dei canoni di affitto dopo accordo specifico tra locatore e conduttore. Per il rilancio del settore, indispensabile un ‘bonus moda’, come quelli già sperimentati per automobili e arredamento, per la consegna nei negozi di moda di prodotti usati dai consumatori e un’aliquota Iva agevolata del 10% sui prodotti di moda.
Sono le proposte di Federmoda che Siena sposa appieno. “Il retail della moda dal punto di vista economico e sociale è vitale per i nostri centri e i nostri comuni, non ci stanchiamo mai di ribadirlo – fa notare Riccardo Ghini, presidente Federmoda Confcommercio Siena – La situazione è particolarmente preoccupante a causa dell’inflazione all’11,6%, e degli inevitabili aumenti di almeno il 15%, che i fornitori praticheranno a partire dalle prossime collezioni, del costo del denaro e della difficoltà delle imprese ad ottenere credito. Una situazione difficilmente sostenibile per i negozi di moda che dovranno anche pagare una mensilità in più all’anno per l’adeguamento Istat ai canoni di locazione e che potrebbero trovarsi di fronte ad una generale contrazione dei consumi”.
Altre priorità sono incentivi per innovazione e eco-sostenibilità per Micro e PMI della Moda, l’abbattimento delle commissioni e dei costi POS a carico delle imprese della Moda, visto l’elevato utilizzo della moneta elettronica, il rafforzamento dei crediti d’imposta energetici e proroga a settembre dei termini per la loro fruizione, l’abbattimento del cuneo fiscale, una congrua web tax e imposta minima globale sui ricavi dei colossi del web per garantire una leale concorrenza e riequilibrare un mercato che non può rimanere senza regole. Ed ancora, una riduzione a 70 euro della soglia per l’accesso al tax free in Italia che risulta la più elevata di tutta Europa.
“Tutte proposte fondamentali – aggiunge Ghini – per un settore che vuole e deve rimanere centrale. La web tax la chiediamo da tempo, è venuto il momento di introdurla”.