Femminicidi, Bini: “Contro la violenza servono investimenti su cultura e formazione. La piazza non basta più”

Con Giulia Cecchettin le vittime in questo 2023 sono 105. Tra loro la maggioranza è stata uccisa in un ambito familiare ed affettivo.

E sono più del 50% le donne uccise per mano del fidanzato o dell’ex-partner. Questa la fotografia drammatica della situazione italiana, con numeri in crescita rispetto al 2022.

I drammatici fatti avvenuti in Veneto hanno risvegliato la rabbia della società civile. Ma secondo Claudia Bini, legale dell’associazione Donna chiama donna, servono investimenti per riuscire a compiere un cambiamento radicale.

“Dobbiamo -spiega- essere in grado di voler rinunciare ad un po’ di prepotenza per dare spazio e per rispettare gli altri. Senza questo facciamo tante belle manifestazioni ma la situazione, anno dopo anno, resta la solita”.

Intanto domani sera in Piazza Tolomei Siena si mobiliterà ancora contro la violenza di genere. “Se toccano una toccano tutte. Per Giulia con la rabbia di sempre”: così si chiama la manifestazione.

“L’intenzione è esserci tutte e tutti. Dobbiamo andare al di là delle sigle ed essere presenti come persone”, spiega ancora Bini.

Formazione, secondo Bini, andrà fatta anche nelle scuole, tra i docenti e tra quei libri di testo che, come spiega l’avvocato, portano avanti stereotipi. Solo così si può affrontare una violenza ormai ramificata nella cultura italiana.

“Occorre un cambiamento radicale – continua – . Dobbiamo introdurre il tema del contrasto alla violenza e le sue radici già dai programmi ministeriali. Non bastano semplici giornate di discussione sul tema”.

“Ricordo poi che gli strumenti giuridici ci sono. Ora bisogna attuarli e formare professionisti, magistratura e forze dell’ordine in modo che si possa dare un’applicazione uniforme. Anche in un piccolo tribunale, a secondo di chi sono pm o giudici, c’è maggiore o minore sensibilità nell’applicare le misure cautelari”.

Intanto il presidente di Regione Toscana Eugenio Giani ha proposto un giorno di lutto nazionale per la giovane ragazza veneta. “Lo chiederemo al Governo ma, anche se l’Esecutivo non dovesse aderire, lo faremo comunque in Toscana”, le sue parole.

MC