L’attivista Vladimir Luxuria sarà ospite domani, venerdì 15 marzo, alle 18.30 all’auditorium Santa Chiara Lab, insieme alla presidente dell’Arcigay Natascia Maesi, per l’evento Femminile Plurale, presente nel calendario di iniziative dedicate alle donne.
Luxuria attivista, scrittrice, opinionista dialogherà con Natascia Maesi, presidente nazionale di Arcigay.
“Esattamente 50 anni fa, Carla Lonzi scriveva in “Sputiamo su Hegel” che il destino imprevisto del mondo sta nel ricominciare il cammino per percorrerlo con la donna come soggetto – scrivono in una nota gli organizzatori-. Quando hanno fatto irruzione nella storia, scritta e dominata dagli uomini le donne erano il soggetto imprevisto, ovvero non previsto. Oggi dopo mezzo secolo di lotte femministe, cosa vuol dire essere donna e come si declina l’esserlo in relazione all’emergere di nuove soggettività? Quanti modi di essere donna esistono? E hanno tutti la stessa cittadinanza e agibilità nello spazio pubblico e politico?”
“Come ha scritto la filosofa Giorgia Serughetti – continuano-, il concetto di donna in questo particolare momento storico, è più che mai una questione aperta. Una questione controversa che può essere riassunta nel tema sollevato da Judith Butler a proposito del “posto” delle donne trans nel movimento e la loro possibilità di definirsi, appunto, donne. Al centro del conflitto, c’è la definizione di “genere” e soprattutto di “identità di genere”. Da una parte c’è il transfemminismo che mette in discussione il binarismo sessuale e di genere, intrecciando le lotte femministe e quelle queer, dall’altra la parte del movimento femminista che si definisce “gender critical” secondo cui la categoria “donna” è attribuibile solo ed esclusivamente alle persone assegnate femmine alla nascita. In che modo, dunque, il concetto di “donna” si è evoluto sotto la spinta della rivoluzione transfemminista – si chiedono? Possiamo immaginare un mondo trans-genere, ovvero oltre i generi imposti dalla società e dalla cultura eterocispatriarcale. Oppure, le categorie di genere hanno ancora un senso, ma è possibile declinarle al plurale piuttosto che al singolare. Di questo e di tanto altro si parlerà domani all’evento”.