Figuriamoci Siena, l’artista Tommaso Andreini: “Un lavoro faticoso ma di soddisfazione”
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La fiamma dei senesi desiderosi di Palio, un tempo flebile, cresce di giorno in giorno con l’andare verso la bella stagione. Proprio da questo sentimento è nata la quarta edizione di ‘Figuriamoci Siena‘, l’album di figurine collezionabili su Siena ed il Palio, nelle edicole e nelle librerie grazie alle Edizioni Il Leccio. Quest’anno, al contrario degli scorsi anni, il protagonista assoluto del fascicolo è l’animale che è al centro della nostra Festa, il cavallo.
Una delle iniziative di maggior successo, tra le innumerevoli novità, è stata però confermata ed è quella del concorso. Quest’anno, infatti, i vincitori del Che cavallo t’è toccato? potranno portare a casa una delle opere d’arte di Tommaso Andreini. Il pittore senese, che è ormai un artista di fama nazionale e non solo, è stato infatti coinvolto nel progetto Figuriamoci per reinterpretare in forma artistica le spennacchiere delle 17 contrade, oltre ad una “bonus” del Comune.
“Si è trattato di un lavoro che mi ha dato grande soddisfazione – dice il pittore -, una soddisfazione che è rimasta tale in tutte e 17 le contrade. Quando si affrontano questi temi, c’è sempre un bello stimolo: c’è la storia ed il senso di appartenenza. Le contrade hanno la propria magia ed il proprio potere secolare”.
“La sfida maggiore – prosegue – è stata quella di affrontare il bestiario dell’araldica. Esistono contrade ricchissime di simbologie e di elementi, mentre altre meno. In alcune contrade è stato difficile riempire gli spazi; per esempio, nella Selva, ci sono tanti elementi. Oltre al Rinoceronte, c’è l’albero, il corno, la faretra, l’arco e le frecce e altro ancora. Lo stesso si può dire di Istrice o Chiocciola”. “Contrade come il Leocorno, invece, – spiega ancora Andreini – ho dovuto riproporre la scritta intorno allo stemma, perché altri elementi non c’erano. Ho deciso di ritrarre quindi il corno. Lo stesso tipo di lavoro l’ho fatto per la Tartuca e per la Torre”.
“Si è trattato di un lavoro per nulla scontato – conclude Andreini – e faticoso. Un lavoro che si è rivelato molto divertente e di tanta soddisfazione”.