La legge toscana sul fine vita rimane, anche se dovrà essere in parte modificata. “Alla luce della sentenza della Corte costituzionale – evidenzia il presidente Eugenio Giani – l’impianto legislativo della nostra legge è risultato valido ed esprimo per questo la mia soddisfazione. Con spirito costruttivo adesso siamo pronti e provvederemo a rivedere o eliminare dal testi quei profili che necessitano una modifica e che ci sono stati segnalati dai giudici”.
E’ quanto chiarisce il presidente della Toscana dopo la pubblicazione ieri della sentenza della Corte costituzionale che ha accolto, solo in parte, il ricorso del governo contro la legge che la Regione aveva approvato a febbraio del 2025 sul fine vita, regolando allora modalità organizzative e tempi per accedere al suicidio medicalmente assistito in caso di persone in condizioni sanitarie gravissime e irreversibili, già peraltro definite in precedenza dalla Consulta.
“La legge toscana voleva colmare un vuoto applicativo, prevedendo l’istituzione di commissioni multidisciplinari presso le aziende sanitarie, la definizione di una procedura per la presentazione e la valutazione delle richieste di accesso al suicidio medicalmente assistito, il coinvolgimento dei comitati etici, l’indicazione di termini per le verifiche (venti giorni dal ricevimento dell’istanza) e la possibilità di garantire l’assistenza sanitaria necessaria per la preparazione all’autosomministrazione del farmaco autorizzato, anche attraverso risorse regionali aggiuntive rispetto ai livelli essenziali di assistenza affinché le prestazioni fossero gratuite”, spiega la Regione.
“La Corte, che nel 2019 aveva invitato il legislatore statale a provvedere ad una disciplina organica della materia, ha respinto le censure statali sull’intera legge n. 16 del 2025, riconoscendo dunque la legittimità a legiferare – si spiega ancora-. La Regione dovrà però ora riscrivere alcuni articoli ed eliminare le parti dichiarate incostituzionali dalla Consulta, come i requisiti di accesso, tempistiche rigide e livelli essenziali di assistenza che rientrerebbero per i giudici nella potestà solo statale. L’ufficio giuridico si metterà subito al lavoro al rientro dalle festività”.
“Rispetto al governo, che aveva chiesto la radicale eliminazione della legge, la Corte ha determinato la validità della legge e la potestà delle Regioni di disciplinare la materia per quanto di loro competenza – riassume ancora Giani -. L’analisi di dettaglio dei punti dei quali la Consulta chiede una riscrittura o revisione ci porterà ad adeguare il testo di legge e a renderlo organico, alla luce delle indicazioni che non toccano l’impostazione ordinamentale della legge regionale toscana”.