Con i suoi frutti rossi e con le sue verdi foglie contornate di spine, l’ agrifoglio è spesso presente nelle nostre feste natalizie. È una pianta sempreverde molto resistente ed è coltivato praticamente ovunque.
Tuttavia l’uso dell’ agrifoglio ebbe origine in Irlanda, poiché questa è una delle principali piante che fioriscono durante la stagione natalizia. La tradizione popolare racconta che proteggeva dai demoni e in molti paesi, durante le festività natalizie, era l’unica pianta che anche le famiglie più povere potevano permettersi per decorare le proprie abitazioni.
Anche prima dell’arrivo del Natale cristiano gli si attribuivano proprietà di portafortuna e protezione dai demoni. I druidi ritenevano che l’ agrifoglio, con le sue foglie lucide e le bacche rosse, rimanesse verde (è una pianta sempreverde) per rendere più bella la terra quando la maggior parte delle piante, compresa la sacra quercia, perdevano le foglie. Essi mettevano ramoscelli di agrifoglio tra i capelli quando andavano nelle foreste per assistere ai riti sacrificali ed era diffusa la convinzione che l’agrifoglio avesse il potere di proteggere l’uomo dai disagi causati dalle fredde notti d’inverno e, che si potesse addomesticare qualsiasi bestia selvaggia scagliandogli contro un grosso ramo di agrifoglio
L’ agrifoglio era anche la pianta sacra di Saturno e veniva usato durante i Saturnali per rendere onore al dio. I romani infatti erano soliti fare delle ghirlande di agrifoglio per decorare le statue di Saturno. Secoli dopo, in dicembre i primi cristiani iniziarono a celebrare la nascita di Gesù. Iniziarono così ad usare questa pianta come decorazione per il periodo di Natale.
Per quanto riguarda la nascita dell’agrifoglio esiste una leggenda dei paesi nordici secondo la quale il figlio del dio Odino, Baldur, venne colpito da una freccia e cadde morente su un cespuglio di agrifoglio. Alla sua morte il padre, Odino, decise di ricompensare la pianta, che aveva accolto e sostenuto il figlio durante i suoi ultimi istanti di vita, trasformandola in una sempreverde e riempiendola di bacche rosse in ricordo del sangue del figlio.
Gabriele Ruffoli