“La Fondazione Monte dei Paschi è da tempo impegnata sul tema del welfare culturale e l’evento di oggi non può che renderci orgogliosi”. Così Marco Forte, provveditore di FMps fresco di riconferma, oggi ha parlato a margine dell’evento organizzato dalla Fondazione stessa insieme a Asvis (Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, ndr.) per riflettere e discutere sul rapporto che intercorre tra la cultura e gli impatti.
“Questo è un evento – prosegue Forte – organizzato proprio all’interno del festival dello sviluppo sostenibile e si parlerà di un tema su cui c’è molto dibattito e sul quale c’è molto da lavorare, cioè gli impatti del welfare culturale sul territorio. In questo senso il Community hub rappresenta un esempio vivo di come mettere assieme enti no profit ed indirizzarli verso collaborazioni e progetti che pongono al centro il benessere dell’individuo”.
Tra gli altri progetti, il provveditore di FMps sceglie di dedicare spazio al progetto Reset, iniziativa nata nel periodo pandemico per sostenere, formare ed ingaggiare il settore culturale e creativo della provincia di Siena, con l’idea di approfittare del momento di forzato distanziamento fisico per avviare una profonda riflessione sul proprio modello organizzativo, sui processi strategici e operativi che li caratterizzano e per “ri-settare” le proprie attività per ripartire da capo assieme. “Reset vuole aiutare le entità del territorio – ha detto Forte – a ripensarsi e a capacitarsi per affrontare le sfide che ci aspettano. C’è un tema di sostenibilità anche finanziaria che va sviluppata: proprio per questo abbiamo sviluppato Reset, per dare una mano alle entità del territorio in una fase di rafforzamento”. “Sicuramente – aggiunge – il welfare culturale è un qualcosa sul quale dobbiamo puntare e gli attori del territorio sono gli attori principali, quello che noi possiamo fare è supportarli attraverso quello che ormai è un filone consolidato della Fondazione”.
Presente anche Paola Dubini, coordinatrice del gruppo trasversale Asvis – Cultura per lo sviluppo sostenibile, nonché professoressa di management all’università Bocconi, che ha parlato della giornata di oggi: “Noi sappiamo che gli impatti sono molteplici perché molteplici sono le organizzazioni culturali. Tutte, o la maggior parte, hanno obiettivi di natura sociale ma molto spesso si fa fatica ad identificarli. Quello che noi facciamo è mettere insieme vari enti per riflettere su cosa significhi misurare la capacità moltiplicativa rispetto a dimensioni di carattere sociale”. “Non è vero che non ci rendiamo conto che le organizzazioni sono rilevanti – insiste la Dubini – ma la loro capacitò di segnare il territorio è molto localizzata. La riflessione che noi vogliamo stimolare è tesa a creare reti e processi di comunicazione che riguardino livelli via via più ampi”.
Aldo Buzio, tra i coordinatori del progetto Reset, ha voluto parlare del proprio lavoro: “Il progetto Reset coinvolge 30 realtà culturali del senese, dalle performing art ai musei. Negli ultimi due anni abbiamo lavorato per migliorare e innovare le realtà per essere sempre più performanti in termini di sostenibilità sociale. Quest’anno abbiamo creato una comunità di pratica culturale da cui prenderanno il via cinque progetti innovativi che coinvolgeranno il territorio senese su ibridazione tra cultura, turismo, sociale e digitale, per fare un passo avanti come comunità”.
Emanuele Giorgi