Riceviamo e pubblichiamo l’intervento del consigliere di Per Siena Pierluigi Piccini
La giunta comunale ha approvato il contributo iniziale di 350 mila euro a favore della Fondazione Santa Maria della Scala e, in aggiunta, la dotazione di otto dipendenti provenienti dalla direzione turismo del Comune. È un atto che merita un ragionamento.
La Fondazione viene messa in condizione di operare in autonomia in vista del traguardo del 31 dicembre del 2023. Ma per arrivare a quell’appuntamento molti sono ancora gli atti da compiere per assumere tutte le funzioni essenziali.
A partire proprio dal direttore, che avrà un costo importante: stimabile intorno ai 140 mila euro, oltre a un contabile. Già queste previsioni tagliano considerevolmente il contributo di 350 mila euro che, se messo in relazione alla quantità di attività culturali che si pretende vengano svolte dal Santa Maria della Scala, diventa veramente esiguo.
Non voglio ricordare che la base economica, prima dell’entrata di Opera nella gestione dei servizi, era da parte del Comune di circa 2 milioni di euro: altri tempi. Si potrebbe obiettare che, comunque, alcune entrate dovrebbero provenire dai nuovi soci sostenitori. Tuttavia è difficile pensare che dei soci decidano di far parte del consiglio di amministrazione se non è chiaro l’organigramma anche minimo e senza conoscere la programmazione culturale del medio periodo. In tutti i modi su alcuni soci sarebbe possibile lavorare fin da subito: penso alla Fondazione Monte dei Paschi, alle Università , alla Regione Toscana.
Sarebbe già una buona cosa avendo di mira la scadenza del 2023. Insomma, se pur dentro grandi difficoltà la Fondazione può partire, ma le risorse messe a disposizione sono proprio il minimo sindacale.
Basti considerare che l’eventuale integrazione di 250 mila euro è subordinata agli andamenti di bilancio del Comune, andamenti che non sembrano fra i migliori per l’anno che dovrà venire. La Fondazione, dal canto suo, dovrà come primo atto individuare il direttore e per farlo avrà bisogno di tempo e di denaro (non poco) e affiancarlo con un contabile, figura indispensabile.
E poi, per favore, iniziate a parlarci di contenuti culturali, ne abbiamo bisogno. Che siano cose nuove, non rimasticamenti ad uso commerciale o attività comprate nel mercato dell’arte, proviamo come città a produrre cultura.
Pierluigi Piccini