Ormai la TV formato streaming si sta diffondendo a macchia d’olio. Piattaforme a pagamento come Netflix, Infinity, Chili, etc… sono entrate in moltissime case, compresa la mia! E non è soltanto la comodità di iniziare a vedere un film o un programma quando fa più comodo. Di vederlo in più volte se manca il tempo per terminarlo. Certo quelli sono sicuramente aspetti da non sottovalutare. Ma tendo a legare questa esplosione della Streaming TV anche e soprattuto alla pochezza che il palinsesto tradizionale offre. Quando vedo lo share di programmi quali Uomini e Donne o Non è la d’Urso (che poi- scusate lo Spoiler- chissà chi cazzo è) qualcosa dentro me muore, inesorabilmente. Come siamo arrivati a questo? Possibile che a un italiano su cinque interessi davvero se una Roberta qualsiasi preferisca Simone che però l’ha tradita con Giulia e che alla fine si è scoperto anche po’ ghei? Se c’è ancora speranza per questo paese credo che vada cercata negli altri quattro!Â
E se questa è la situazione attuale della televisione (e lo è!) allora mille volte meglio la Radio. Ma la Radio con la R maiuscola. Perché, per fortuna, almeno lì si possono trovare ancora dei piccoli gioielli da ascoltare e godersi durante un po’ di relax sul divano oppure durante un viaggio in macchina (Dio benedica il Podcast!).Â
A tale proposito, una delle trasmissioni più interessanti che ho scoperto (per puro caso) solo qualche anno fa, è Numeri Primi- uomini e storie senza uguali, su Radio1 di Francesco Graziani e Alex Messina. Difficile in poche parole descriverla, racchiuderla dentro qualche definizione. Il giornalista Francesco Graziani scopre delle piccole storie, degli aneddoti legati allo sport che si intrecciano con la Storia (quella importante) e  che mostrano i grandi campioni da un punto di vista “più intimo e più umano”.  Qualche radioascoltatore ha fatto notare che sono dei meravigliosi racconti “di speranza”.Â
Ma insomma… la cosa più semplice per capire di cosa si tratti è dedicare 20 minuti della vostra vita ad ascoltarne un paio. Â
Qualche anno fa decisi così di invitare Francesco Graziani (per me a quel tempo un completo sconosciuto) che fin da subito ha mostrato interesse per questo incontro. Poi, per vari problemi logistici (la burocrazia del carcere è cosa seria!) l’incontro è stato tenuto in stand by per un po’ di tempo. Ci siamo risentiti due mesi fa e finalmente siamo riusciti a organizzare questo piccolo grande evento.Â
Francesco non era mai entrato in una struttura penitenziaria e c’era da decidere come impostare questo incontro. Ai detenuti (per metà stranieri) avevo già fatto ascoltare alcune delle belle puntate del programma (nel cuore di molti è rimasta Lite in famiglia che vi consiglio vivamente di cercare), e restava il problema di capire cosa potesse interessare di più agli ospiti di Santo Spirito. Così Francesco ha deciso di condividere un inedito del suo programma, una puntata già registrata ma che andrà in onda solo a gennaio. Una storia di “integrazione” che prende spunto da una delle più brutte pagine del nostro calcio recente: la partita Lazio-Napoli del febbraio 2016 sospesa per una manciata di minuti dall’arbitro Irrati per i cori dei tifosi biancocelesti contro il difensore partenopeo Koulibali. O meglio… la storia, come tutte le storie di Graziani, parte da qui ma si spinge ben oltre: ripercorre le vicende della famiglia del calciatore, dei suoi primi calci nella sua città natale fino ad arrivare a quell’infausta notte di febbraio 2016. Ma, come anticipato prima, le storie di Numeri Primi sono innanzitutto delle storie di speranza e il finale è da brividi e vale la pena ascoltarlo direttamente dalla sua voce (e da quella di suo figlio). Non farò spoiler.Â
Dopo l’ascolto di questo racconto, avvenuto in una sala colloqui piena e silenziosa come  forse non è stata mai (in fondo è una sala colloqui!), i detenuti hanno fatto timidamente qualche domanda a Francesco, il quale, visibilmente emozionato, ha risposto… anzi, ha messo a nudo la sua persona, il suo lavoro, il suo privato, la sua meravigliosa famiglia, davanti a una platea che lo ha ascoltato muta fino all’ultima parola. L’emozione si percepiva a pelle. Quella del giornalista e quella di noi presenti.
Ho avuto modo di conoscere Francesco Graziani da un punto di vista diverso da quello professionale e ho scoperto una persona incredibile, che ha accettato subito e senza problemi di farsi 6 ore di strada (è venuto per noi da Roma) per un incontro di circa un’ora con i detenuti della nostra struttura. Per loro (e per noi presenti) è stato un regalo di Natale anticipato. Speriamo torni presto a trovarci.
Grazie di cuore
Claudio Marini