Paura a Taverne d’Arbia per una fuga di gas: nei giorni scorsi ha preso fuoco una bombola all’interno di un’abitazione sulla via principale.
E’ un venerdì come tanti in questo luglio a volte torrido e a volte piovoso, al ristorante pizzeria Monteaperti a Taverne d’Arbia. Paolo Gallorini, il proprietario, è come sempre indaffarato in cucina, mentre sua moglie Marisa va e viene dalla sala da pranzo dove tutti i tavoli sono occupati. Qualcosa sta per succedere, ma nessuno in quel momento può immaginarlo.
A raccontarlo è lo stesso Paolo che non potrà mai dimenticare quei momenti dove tutto sarebbe potuto accadere.
“Erano circa le 13 e io avevo molto da fare perché la sala era piena – afferma il proprietario del locale – . Ad un certo punto ho sentito un grandissimo tonfo e sul momento ho creduto che alla famiglia che abita al piano di sopra del ristorante (è originaria del Marocco e hanno numerosi figli ndr) fosse caduto qualcosa di molto pesante. Hanno diversi bambini e spesso fanno un sacco di rumore. Non ho avuto il tempo di realizzare che subito dopo c’è stata una botta tremenda e sono iniziate delle grida di aiuto. Sono uscito e ho visto le fiamme uscire dalla finestra. Ho fatto uscire tutti miei clienti e poi senza pensarci due volte, ho afferrato l’estintore che ho all’interno del ristorante e sono corso su per le scale. Accanto a me anche il proprietario dell’immobile che era venuto a pranzo. Sono entrato e ho visto una bombola del gas avvolta dalle fiamme”.
“Spesso questa famiglia fa il pane in casa e per cuocerlo usa delle bombole di gas – ripensa Gallorini – . Ho scaricato tutto l’estintore sulle fiamme poi ho preso uno straccio bagnato e l’ho buttato sulla bombola per raffreddarla. E’ stata una cosa istintiva e se oggi ci ripenso mi vengono i brividi perché razionalizzo il pericolo corso. Subito dopo sono arrivati i vigili del fuoco forse i per i fumi che avevo respirato mi sono sentito male e sono stato portato al pronto soccorso”.
Paolo so che i vigili del fuoco nell’immediatezza hanno detto che se tu non fossi intervenuto subito come hai fatto sarebbe stata una tragedia. La deflagrazione della bombola poteva praticamente non solo distruggere l’intero immobile, ma provocare anche numerosi feriti.
“Me l’hanno raccontato anche a me. Ogni giorno ripenso a quel momento e a cosa sarebbe potuto accadere. Mi viene un groppo in gola all’idea che non avrei più potuto rivedere la mia famiglia e soprattutto mio figlio”.
Sei stato portato in ospedale e poi?
“Mi è presa una crisi di pianto. I medici del pronto soccorso sono stati davvero eccezionali e per questo li devo ringraziare. Si parla sempre male della sanità, ma questa volta con me sono stati bravi”.
Ma te hai fatto dei corsi antincendio?
“Sì tramite la Confesercenti”. La storia di Paolo Gallorini che nasce ad Asciano e da 30 anni gestisce il ristorante Monteaperti a Taverne d’Aria potrebbe finire qui. Lui non si sente un eroe ed è fiero di aver fatto il soldato nei bersaglieri. Il racconto di quel terribile venerdì di luglio gli ha imperlato gli occhi di lacrime, ma torna il sorriso su quel volto segnato dal tempo e dalla fatica quando chiediamo perché tutto lo conoscono come “il Sasso”.
“Non è perché sono duro, me lo hanno messo i miei amici quando da giovani giocavamo a biliardo. Loro mi prendevano in giro e mi dicevano che tiravo le palline come fossero sassi. E così mi iniziarono a chiamare Sasso”.
Cecilia Marzotti