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Gaiole in Chianti: possibile referendum per cambiare nome del paese

Il consiglio comunale di Gaiole in Chianti si è trasferito nei giorni scorsi nella sede della Regione Toscana per sostenere in commissione consiliare competente la proposta di consultazione popolare della volontà di mutare il suo nome di località da Gaiole in Chianti a Gaiole in Chianti Storico. Nell’incontro il sindaco Michele Pescini ha sottolineato i tre principi che sostengono la volontà di affrontare questo percorso democratico sulla denominazione: identità, comunità e democrazia.

“I popoli del Chianti ben sanno, – ha sostenuto Pescini – che i loro borghi e campagne non sono stati “fatti” dal vino ma dal sangue e dalla fatica di chi li ha costruiti e coltivati e ce li ha consegnati perché li custodissimo gelosamente. La spinta che viene dalla nostra popolazione nasce dalla volontà espressa di recuperare questa identità forte attraverso una nuova denominazione che riconduca quello che oggi è un marchio commerciale alla definizione territoriale e sociale originaria. Il valore aggiunto contenuto nella proposta, dunque, non è formale, ma sta nel bisogno di riconoscimento della diversità e nella consapevolezza che l’identità è il collante che tiene insieme una comunità, vero valore e rarità di oggi, Noi come rappresentanti della popolazione di Gaiole abbiamo il dovere di verificare attraverso lo strumento del referendum la volontà indicata dai cittadini”.

La proposta presentata in Commissione regionale è basata sulla necessità di avviare, anche attraverso il mutamento della denominazione di Gaiole, un processo di arricchimento dei contenuti e delle radici più profonde presenti da sempre nel Chianti superando l’anomalia attuale che invece rischia di espandersi. In questo quadro l’iniziativa di Gaiole non vuole essere esclusiva, ma aprire tutto il territorio del Chianti a un metodo in cui ogni località abbia titolo di ridefinire la sua porzione e le sue particolarità.
“Il Consiglio Comunale di Gaiole – conclude Michele Pescini, sindaco di Gaiole – non ha, dunque, richiesto alla Regione l’autorizzazione a cambiare il nome, ma di dare la possibilità ai cittadini che hanno chiesto la parola di esprimere cosa vogliano fare. Siamo certi che la Regione Toscana non si farà sfuggire l’occasione di stare vicina ai cittadini negandogli il diritto di esprimere la propria volontà e smentendo così la tradizione democratica Toscana!!! Non si tratta di gestire la complessità dei “campanili” e neppure di ricondurre a un disegno più generale, ma di favorire una pubblica riflessione civica.”

marco crimi

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marco crimi

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