Etichette false che facevano intendere un pregio che non c’era. Questo hanno scoperto i nas di Firenze, congiuntamente ai colleghi della stazione di Gaiole in Chianti e a personale dell’Ispettorato Centrale Repressione Frodi del capoluogo toscano, hanno compiuto una mirata attività ispettiva presso un produttore di vini di Gaiole.
La verifica era finalizzata al contrasto alle frodi poste in essere in quell’ambito ed è stata compiuta in relazione alle attività programmate dal comando carabinieri tutela salute di Roma nel settore vitivinicolo e della filiera dell’olio di oliva.
L’accesso all’azienda agricola prescelta ha condotto purtroppo a verificare un palese inganno su una produzione di vino Igt (indicazione geografica territoriale): venivano infatti rinvenute 1247 bottiglie di vino Igt “Rosso Toscana” di un lotto originario di 2666, recanti in etichetta: “prodotto il sole 300 bottiglie”, per simularne un presunto maggior pregio.
A completamento del raggiro, a quel vino erano stati associati nove diversi numeri di lotto di produzione, nonostante il vino impiegato fosse sangiovese della stessa annata, della medesima qualità e tutto imbottigliato nello stesso giorno.
Nello stesso contesto venivano sequestrate anche 63 bottiglie di olio extravergine di oliva prodotto dalla stessa azienda, poste in vendita senza alcune indicazioni essenziali in etichetta, quali la data di produzione, il numero di lotto e il termine minimo di conservazione (TMC), vale a dire il lasso di tempo entro il quale il prodotto conserva il massimo delle proprietà organolettiche che poi, col tempo, inevitabilmente vanno a degradare.
Le bottiglie sottoposte a sequestro amministrativo, del valore di circa 50 mila euro, sono state affidate in custodia a una responsabile dell’azienda il cui legale rappresentante è un 70enne del luogo.
Sono state anche contestate sanzioni amministrative pecuniarie per 4000 euro. I comportamenti riscontrati nel loro complesso violano le previsioni di un Regolamento dell’UE, il n. 1169 del 2011 che impone pratiche leali d’informazione commerciale sui prodotti agricoli.
Attraverso i dati di commercializzazione delle bottiglie già vendute, si provvederà ora a risalire agli acquirenti per verificare eventuali violazioni di norme penali.
È infatti verosimile che quelle bottiglie siano state acquistate in relazione al maggior pregio falsamente vantato in etichetta e possano aver costituito l’oggetto di una frode commerciale.
A quel punto verrebbe informata la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Siena o altre eventualmente competenti per territorio, a seconda del luogo ove si sia consumata la frode stessa.
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