“In un momento in cui la grande missione umanitaria Sumud Flotilla è partita per mare per arrivare a Gaza con gli aiuti, e quindi si compiono atti fondamentali per rompere l’assedio israeliano, in Italia c’è una cosa che dobbiamo fare e si chiama sciopero generale. Per un giorno e contro il genocidio che è in corso in Palestina è arrivato il momento di bloccare il Paese”, lo ha detto il rettore dell’Università per Stranieri, Tomaso Montanari, nel corso di un incontro promosso a Perugia nell’ambito del Festival delle corrispondenze. Montanari ha partecipato ad un incontro promosso dal Comune umbro dal titolo “Gaza: un genocidio made in Italy”.
“La maggior parte delle armi usate a Gaza sono prodotte da noi, così come il software che le comanda fino agli addestramenti” ha affermato Montanari. “Israele sta facendo il lavoro sporco per tutti noi, ha affermato senza indugi il cancelliere tedesco Friedrich Merz in un’intervista.
L’attitudine è di tipo coloniale, perché ad un popolo cristiano bianco ed europeo non sarebbe stato possibile fare tutto questo – ha detto ancora-. L’aggressione in Ucraina la sta facendo un autocrate, questa la sta facendo invece un Paese nostro alleato. Quindi si consente tutto questo solo per i nostri maledetti interessi occidentali, economici e geopolitici”.
“Se la società mondiale di studio sul genocidio, fattispecie giuridica riconosciuta, ci dice che è genocidio; se la Corte penale internazionale accoglie atti di accusa da parte dei Paesi – ha detto ancora-; se storici di olocausto ci dicono che è genocidio, allora mi chiedo davvero chi può negarlo”.
“In tutti i Giorni della memoria – ha inoltre dichiarato – ci siamo detti sempre ‘mai più’, perché la prima vendetta contro i genocidi è la memoria. Questo è il motivo per cui dobbiamo parlare, oltre che di chi si macchia di questi crimini e dei suoi complici, anche di Palestina, del suo popolo e della sua cultura e delle persone uccise”.