“In Italia, dopo al Basaglia, c’è stata un’estremizzazione del tema e qualcuno ha sostenuto che i malati di mente, se lasciati da soli, costituissero un rischio per loro stessi e per la società. Io credo invece che siamo stati noi a sacrificare queste persone e che loro, se trattati in modo umano, sappiano darci tanto”.
Parole dello psichiatra Andrea Friscelli, che per molto tempo ha lavorato all’ex-ospedale Santa Maria della Scala e che è stato presidente della Cooperativa La Proposta, di cui ora è consigliere nel cda.
Il medico parla oggi, nel giorno dedicato alla salute mentale. “Su questo tema – spiega – l’attenzione è mal riposta. Le guerre ed il covid hanno reso la situazione precaria. E vedo che, soprattutto tra i giovani, c’è molta ansia che ormai è uno stato permanente tra loro”.
Spazio poi ad una riflessione sulla legge Basaglia: “Ne fui un convinto sostenitore ma l’applicazione è stata differente nelle varie regioni d’Italia- continua-. Alcuni operatori hanno cercato di far funzionare la normativa, facendo ambientare i malati in strutture come case famiglia o facendoli approcciare al mondo del lavoro protetto. Nei territori dove si è fatto questo le persone hanno potuto trovare una loro identità”.
“Adesso però – aggiunge – penso che questa attività di sanità territoriale sia stata rarefatta. Purtroppo mancano le risorse…”
Quindi l’excursus di Friscelli si sposta su quella che è stata l’esperienza quarantennale de la Cooperativa La Proposta: “Per me è stato qualcosa di illuminante. Ed è lì che abbiamo trovato anche gli ultimi componenti dell’ospedale psichiatrico. Sono loro che ci hanno aiutato a diventare ortolani. A La Proposta non sono arrivate solo persone con problemi di salute mentale ma ci siamo aperti ad altri disabili, a tossicodipendenti, a chi usciva dal carcere, a chi negli ultimi anni soffre una condizione di povertà. Si è trattato di capire subito come potevano darci una mano”.
MC