“Si sbaglia a parlare di male assoluto: come diceva Hannah Arendt, si è trattato di un male banale che abita gli animi di tutte le donne e tutti gli uomini in ogni momento. Sentimenti che vediamo rifiorire in continuazione come una mala pianta maledetta intorno a noi”. Così, Tomaso Montanari, rettore dell’Università per stranieri di Siena, ha espresso il suo pensiero in merito alla Giornata della Memoria.
In occasione della Giornata della Memoria, infatti, l’Università per Stranieri di Siena e l’Università di Siena, in collaborazione con la Comunità Ebraica di Firenze e Siena e il Centro di documentazione ebraica contemporanea (Cdec), si sono incentrate per discutere degli effetti funesti del cospirazionismo, dall’inizio del Novecento a oggi. Un evento che ha voluto puntare i riflettori sull’antisemitismo, un fenomeno spesso sotteso alle varie teorie complottiste, a prescindere dal fatto che si parli di politica, economia, mondo sanitario o perfino fantascientifico.
Il rettore dell’Università per Stranieri, Tomaso Montanari, è voluto partire nella sua disamina dalle parole di Sandro Pertini: “Non vogliamo abbandonarci a un vano reducismo, no – dice il rettore citando il Presidente della Repubblica Pertini – . Siamo qua per riaffermare la vitalità attuale e perenne degli ideali che animarono la nostra lotta. Questi ideali sono la libertà e la giustizia sociale, un binomio inscindibile: l’un termine presuppone l’altro, non può esservi vera libertà senza giustizia sociale e non si avrà mai giustizia sociale senza libertà. Sta precisamente al parlamento adoperarsi senza tregua perché ciò sia vero. La libertà solo così riposerà su una base solida, la sua base naturale, e diverrà una conquista duratura ed essa sarà sentita, in tutto il suo alto valore, e considerata un bene prezioso inalienabile dal popolo lavoratore italiano”.
“C’è necessità di una memoria credibile – ha poi aggiunto -. In questi anni abbiamo visto come il Giorno della Memoria si sia istituzionalizzata ma che, contemporaneamente, sono cresciuti i nuovi fascismi, negazionismi ed inconsapevolezze. Credo sia il caso di interrogarsi su quale è la memoria, come portarla avanti e come condividerla in maniera credibile”. “L’antisemitismo è assolutamente attuale ma l’importante è ribadire la non eccezionalità del male nazista. Non si tratta del passato – conclude – ma del presente”.
Alla commemorazione ha preso parte anche Francesco Frati, rettore dell’Università degli studi di Siena, che è voluto intervenire a sua volta: “Il valore della Memoria è importantissimo, ed è il motivo per cui ogni anno continuiamo a ricordare questo momento”. “Riflettendoci bene – continua – ogni tanto certi fatti si ripresentano in forme diverse, magari verso gravissimi atti discriminatori verso la diversità. Che cos’era, dopotutto, la discriminazione verso gli ebrei se non una persecuzione verso il diverso? Per questo motivo è così importante ricordare agli studenti gli errori fatti nel passato”.
Non è voluta mancare a questo evento il Prefetto di Siena, Maria Forte che ha voluto dire: “Oggi commemoriamo le vittime della deportazione. La data del 27 gennaio 1945, ben 77 anni fa, è importante per commemorare persone coinvolte in una immane tragedia di cui ancora oggi non siamo in grado di dare una giusta spiegazione. Il mondo intero si interroga sul perché di tante atrocità”. “La Memoria deve essere uno strumento di coinvolgimento dei ragazzi – chiosa il Prefetto – perché inevitabilmente, e per motivi anagrafici, tra poco tempo non ci sarà più chi potrà raccontare quel che è stata la storia di quel periodo in prima persona. Attraverso i giovani dovremo trasmettere i valori e i principi che sono alla base della nostra Costituzione”.
Emanuele Giorgi