Mercoledì 21 giugno, presso il Chiostro di San Francesco in Alatri, si terrà la cerimonia di conferimento del Premio “Il ciclope d’oro” al Rettore dell’Opera della Metropolitana di Siena, il prof. Giovanni Minnucci.
La Commissione, appositamente istituita, nella riunione del 16 giugno 2023, ha deliberato all’unanimità di conferire il riconoscimento, alla sua prima edizione, al docente nato ad Alatri, ma residente a Siena da oltre 50 anni, nella cui Università si è formato, e dove è attualmente ordinario di Storia del diritto medievale e moderno presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Internazionali. Già Direttore di Dipartimento, Preside della Facoltà di Scienze Politiche e Prorettore vicario dell’Ateneo, autore di oltre 100 pubblicazioni, socio di numerose società scientifiche in Italia e all’estero, il prof. Minnucci, dal 9 maggio del 2022 è il Rettore dell’Opera della Metropolitana di Siena.
Il Premio è stato istituito dalla Civica Amministrazione di Alatri quale titolo di riconoscimento onorifico a cittadini, enti o istituzioni che si siano particolarmente distinti nei vari campi di attività, giovando in misura estremamente significativa per la città di Alatri o accrescendone il prestigio.
Le origini di Alatri sono legate alla popolazione degli Ernici, un antico raggruppamento italico a cui si attribuisce, intorno al VII secolo a.C., la costruzione dell’Acropoli e delle possenti mura megalitiche che circondano il centro abitato, e custodiscono il ricco patrimonio della città e che, nell’Ottocento, suscitarono l’ammirazione di Ferdinand Gregorovius. La costruzione “ciclopica” rappresenta, insieme alla cinta urbana, il monumento più antico e celebrato della Città. La sua ardita struttura di contenimento, caratterizzata da possenti mura in opera poligonale, racchiude per intero una vasta area sopraelevata (19.000 mq) posta al centro dell’abitato cittadino.
Per la sua posizione dominante e per l’assoluta inaccessibilità del luogo, l’Acropoli – la migliore conservata in tutto il bacino del Mediterraneo – ha svolto fin dalle origini la duplice funzione di spazio sacro e di presidio difensivo, divenendo alternativamente sede di antichi riti religiosi ed ultimo rifugio della popolazione sottostante. Oltre al paramento murario, già di per sé sorprendente per la grandezza dei massi impiegati e per l’elevazione raggiunta, degne di ammirazione sono le due porte di accesso: la Porta Maggiore ubicata sul lato meridionale (alta 4,5 mt. e larga 2,68), con architrave monolitico di straordinarie dimensioni (con un peso stimato per circa 27 tonnellate), e la Porta Minore, assai meno imponente ma di eguale suggestione per la presenza all’interno di un angusto corridoio ascendente, perfettamente conservato.