Giovannini: “Nonostante il covid tante donazioni di sangue all’ospedale”

“Benché la pandemia sia diventata una presenza reale nell’ospedale, i donatori hanno continuato a venirci e non si sono risparmiati, dandoci modo di far fronte all’urgenza. Grazie. Un grazie di stupore perché la generosità lo crea sempre. A tutti la riconoscenza mia e dell’ospedale che rappresento”., lo ha detto il Dg delle Scotte dell’Aou senese Valtere Giovannini quando ha salutato ai microfoni del Festival della Salute i donatori di sangue nel giorno in cui viene celebrata la Giornata regionale della Donazione.

La pandemia da covid “ha rivelato l’insufficienza di un modello organizzativo che avevamo pensato nei nosocomi del passato. Gli ospedali più pronti hanno reagito a questa patologia sconosciuta attraverso un modello di intervento multidisciplinare, mettendo al fianco di ogni paziente tutte le competenze necessarie per affrontare questa malattia”

“E’ quello che abbiamo fatto con ottimi risultati nel nostro ospedale di Siena, dove ad oggi si registra, rispetto ad altre realtà, una percentuale bassa di ricoverati che necessitano di terapia intensiva. Siamo intervenuti attraverso il nostro team interdisciplinare, cercando di capire quali fossero le reali necessità dei pazienti e tentando percorsi terapeutici intermedi, usando anche ventilazione non invasiva. Questa strategia ha dato per il momento ottimi riscontri”.

“Come dovrà essere l’ospedale del futuro? La risposta più corretta è che non esiste un modello di ospedale del futuro, ma dovremo essere in grado di creare una rete di ospedali”.“Per gli interventi di emergenza ed urgenza, dovremo essere in grado di fornire un sistema che garantisca assistenza di prossimità. Questo è ciò che dovranno fare sempre di più gli ospedali di periferia, i pronti soccorso- continua-. Intercettare tempestivamente il problema di salute del paziente e gestirlo nella maniera migliore possibile. Per le problematiche più complesse, ma anche di minor incidenza in termini di numeri sul totale della popolazione, servono poi centri di alta specializzazione dove concentrarsi sulle problematiche più gravi e articolate. Il futuro deve essere questo.”