Giubileo delle Contrade, l’affondo del Cardinale al Sindaco: “L’anno santo non è un calendario di eventi ma un percorso dell’anima”

Il Giubileo non è un calendario di eventi ma il percorso interiore dell’anima: l’affondo del cardinale Augusto Paolo Lojudice arriva durante l’omelia della celebrazione del Giubileo delle contrade, in Duomo, mentre ha davanti il sindaco Nicoletta Fabio.

Un colpo di fioretto messo a segno dopo diverse allusioni ben poco velate all’ attacco subito ieri, in consiglio comunale: “L’ho detto molte volte, forse fino alla noia: il Giubileo non è una sequenza di appuntamenti, ma un percorso di riscoperta di sé stessi, delle motivazioni della propria vita, del senso e dell’orientamento del proprio cammino – ha affermato-. Pensare all’Anno Santo come a un calendario di eventi significherebbe snaturare il suo significato profondo e storico. La Chiesa non ha il compito di organizzare eventi o stilare programmi, ma di offrire uno spazio per l’interiorità e la fede”.

Si chiude così (o si apre?) questo duello all’arma bianca tra Comune e Chiesa che ieri aveva destato non poco mormorio. “Nel mondo ci sono soltanto due forze, la spada e lo spirito. Alla lunga, la spada viene sempre vinta dallo spirito” diceva Napoleone. Che non era proprio l’ultimo degli strateghi.

Il passaggio chiave è stato scandito dopo che Lojudice ha ribadito quanto fatto dalle due diocesi: “Già lo scorso 26 novembre, a Sinalunga, ho incontrato i sindaci delle due diocesi di Siena e Montepulciano per condividere idee e progetti per questo Giubileo. Ho accolto ovviamente coloro che potevano partecipare – ha detto -, tre di loro non c’erano ma hanno mandato delegati (chiaro il riferimento a Nicoletta Fabio, assente a quel tavolo, ndr.), accogliendo suggerimenti e proposte per rendere l’evento davvero significativo. Abbiamo parlato e chiesto la disponibilità per l’accoglienza dei giovani che desiderano trascorrere nel nostro territorio gli ultimi giorni di luglio”.

Numerosi gli appuntamenti citati: “il 6 dicembre, alcuni giorni prima dell’apertura ufficiale del Giubileo abbiamo tenuto una conferenza stampa con la partecipazione di numerose testate giornalistiche. In quell’occasione abbiamo presentato un’iniziativa per il volontariato dell’accoglienza, perché ospitare anche solo alcune migliaia di giovani non è affatto semplice. Chi ha partecipato a precedenti Giornate mondiali della gioventù sa che l’accoglienza spesso significa dormire a terra con un sacco a pelo, avere un bagno e una doccia a disposizione – prosegue-. Organizzare l’accoglienza non è un’impresa facile, richiede molte mani e tante teste pronte a collaborare. Per questo motivo, la segreteria pastorale ha organizzato una nuova conferenza per lunedì 14 aprile alle 10.30 alla Santissima Annunziata, in cui presenteremo un progetto giubilare: Siena e le Terre dell’Anima. L’obiettivo è creare un percorso unitario che colleghi alcune delle principali chiese e sedi museali, offrendo ai pellegrini un itinerario di fede forte e significativo”.

L’incipit dell’omelia è stato sul capitolo 37 della Genesi che, ha spiegato il Cardinale, “racconta una storia avvincente. Anche chi non la conosce può leggerla in pochi minuti, ma quelle pagine toccano profondamente tante situazioni che viviamo anche noi. Il tema centrale è la gelosia. Giacobbe, padre di dodici fratelli, non nasconde la sua preferenza per Giuseppe. La Scrittura non evita di mettere in luce tutte le forme di gelosia: umana, sociale, politica e persino religiosa”.

Significativo il passaggio sulle contrade che sono, ha detto ancora, “una bellissima espressione di comunità. È un luogo di accoglienza e condivisione, ma anche un luogo in cui si rivelano i nostri limiti e i nostri egoismi. Questa rivelazione porta alla luce quelle ombre, quei binari, quei “mostri” come li chiamano alcuni. Ma la comunità può diventare un luogo di vita e di crescita, perché solo al suo interno possiamo imparare ad accettare le nostre ferite e il nostro percorso personale”. Le contrade “sono testimonianza di una città fatta di 17 comunità, custodi di antiche tradizioni cristiane. Pensiamo all’esperienza del Covid: abbiamo vissuto insieme momenti difficili, ma la solidarietà e l’unità non sono mai venute meno”.

Il cardinale poi ha salutato i lavoratori della Beko di Siena, una delegazione era in Duomo: “non possiamo non aprire gli occhi sulle sfide sociali più urgenti. Dobbiamo continuare a condividere, non risolvere”.

Katiuscia Vaselli