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Giunta Toscana, l’intervento di Marzucchi: “Siena paga il prezzo di un sistema ingiusto. Ecco perchè”

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Riceviamo e pubblichiamo l’intervento dell’ex-vice sindaco ed ex consigliere comunale Mauro Marzucchi.

La Giunta regionale toscana è senza rappresentanti della comunità senese. Un epilogo non sorprendente. La provincia di Siena condivide il destino con le province di Prato, Massa, Pistoia e Lucca.

Bottino pieno invece per Firenze, cui vanno le presidenze della Giunta e del Consiglio regionale, oltre a due assessorati. Anche Pisa non può lamentarsi, essendo rappresentata da tre assessori. Alle altre otto province vanno i tre assessori che completano la Giunta regionale.

Conflitti tra correnti nel Partito Democratico e l’individuazione su Firenze e Pisa degli assessori di riferimento dei partiti minori hanno prodotto un risultato almeno discutibile.

Ma a questo hanno contribuito senz’altro due condizioni: una legge elettorale che premia oltre ogni legittimità Firenze e le province più numerose, che hanno portato 18 consiglieri, anziché 15, tra Firenze e Pisa nell’assise regionale (oltre a Giani che fa anche parte del Consiglio), sfiorando così la maggioranza; la perdita di gran parte dell’autonomia dei livelli comunali, provinciali e anche regionali dei partiti, e con essa anche la capacità di incidere degli elettori.

Quali rimedi? La legge elettorale regionale, e non solo, va riformata perché è ingiusta nell’attribuzione dei seggi, oltreché bizzarra negli effetti. E non si capisce perché questa questione, politicamente eclatante, venga ignorata anche da chi ne subisce le conseguenze.

Poi va attuato l’indirizzo costituzionale per il quale i partiti devono avere un’organizzazione democratica interna, magari tornando a far scegliere i parlamentari dai cittadini, e non con liste bloccate, come nella legge elettorale nazionale attuale.Fatto che, col rischio di vendette, limita o elimina il dibattito e il confronto politico, mentre consolida chi gestisce i poteri.

Poi va affrontato il presente. Non cambiano le messe dei problemi: dall’ospedale alla medicina del territorio, dalla multiutility all’alta velocità, oppure all’agricoltura e al rapporto con l’assessore di riferimento e altro ancora.

Ebbene, per affrontare al meglio, uscendo dall’isolamento, il rapporto con la Regione ma anche col Governo, è necessario che le istituzioni locali si parlino e si confrontino, pur nelle rispettive autonomie e responsabilità.

Ma la situazione che si è creata è molto preoccupante e solo l’unità della città e della provincia può aiutare a trovare soluzioni. Magari senza strumentalità, ma anche senza particolare acquiescenza verso i livelli amministrativi e istituzionali superiori, che oggi non hanno mostrato particolare amore per il nostro territorio.

Mauro Marzucchi