Il 12 maggio 1805 nasce, nell’Onda, Giuseppe Pianigiani che lega la sua notorietà alla realizzazione della prima tratta di ferrovia che collega Siena con Empoli. La sua famiglia avrebbe voluto che abbracciasse la carriera ecclesiastica, ma Pianigiani aveva altri interessi, primo fra tutti quello per il disegno. Fu proprio questa sua passione che lo portò a Firenze, all’Accademia di Belle Arti, dove ebbe modo di entrare in contatto con l’ambiente intellettuale di quella città, particolarmente dinamico nei decenni a cavallo delle due metà dell’Ottocento. Qui, infatti, conobbe Giovanni Inghirami (uno dei massimi astronomi dell’epoca, nato a Volterra nel 1779 e morto a Firenze nel 1851. Tanto per capirci sul suo peso scientifico: gli fu intitolato un cratere sul lembo orientale della Luna) di cui Pianigiani divenne allievo. Diventato ingegnere ottenne la cattedra di Fisica Teoretica all’università di Siena, ma il campo in cui si sviluppò il massimo del suo impegno scientifico fu proprio quello degli studi ferroviari. Non senza aver dovuto contrastare con chi non era convinto dell’iniziativa, Pianigiani si dedicò ad un progetto che risaliva all’inizio degli anni Quaranta dell’Ottocento quando il governatore di Siena, Luigi Serristori, che aveva formato la sua esperienza con gli studi ferroviari preliminari per la Leopolda, propose di collegare Siena a Firenze via strada ferrata.
Pianigiani riuscì a portare a termine il suo progetto grazie a capitali privati in massima parte senesi, nel 1849. La stazione, però, fu inaugurata solo l’anno dopo, perché provvisoriamente il terminal del treno era stato posto all’inizio della galleria di Montarioso (in quegli anni ancora in costruzione e che con la sua lunghezza di 1516 metri rimase a lungo la galleria più lunga d’Italia). Con lo stradario del 1871, i senesi dedicarono l’antico Poggio Malavolti all’ingegner Giuseppe Pianigiani, considerato che il progettista dalla linea ferrata Empoli-Siena, scomparso prematuramente per un’improvvisa malattia il 23 ottobre 1850, a soli 45 anni, aveva abitato fino alla morte nell’attuale piazza Matteotti, come ricorda una lapide affissa sulla facciata di Palazzo Pianigiani. Alla morte di re Umberto I il Comune di Siena decise con voti unanimi “che l’attuale Piazza Giuseppe Pianigiani prenda il nome di Piazza Umberto I” e che “la nuova strada da Piazza Salimbeni sia chiamata Giuseppe Pianigiani”. Nella basilica di San Domenico, inoltre, si può ammirare un notevole monumento commemorativo dedicato a Pianigiani, monumento che fu realizzato nel 1855 da Enea Becheroni e Tito Sarrocchi.