Gli ordini e i collegi professionali contestano il piano urbanistico di Montepulciano

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E’ un vero e proprio grido di allarme, un appello alla sensibilità e al buon senso quello che arriva dagli ordini degli Architetti, Ingegneri e Geometri della provincia di Siena. I piani operativi di alcuni Comuni, primo tra tutti quello di Montepulciano, rischiano di diventare un’arma a doppio taglio per i Comuni stessi e per tutti i cittadini se attuati senza un utilizzo consapevole delle norme.

Il messaggio che gli ordini e collegi professionali vogliono lanciare con forza ai sindaci e a tutte le amministrazioni comunali, ai cittadini e a tutti gli altri operatori del settore, è un messaggio di qualificata protesta verso questi Piani Operativi che potrebbero creare danni incalcolabili e innescare un meccanismo di non ritorno.

“Il patrimonio edilizio esistente – affermano gli ordini professionali senesi – si valorizza con interventi che consentano l’adeguamento sismico, quello energetico ed anche funzionale, che siano fruibili e che mantengano le loro caratteristiche testimoniali. Questo risultato si raggiunge tramite Piani Operativi chiari con regole comprensibili che accompagnino il cittadino e gli operatori in questa direzione, non con regole finalizzate esclusivamente al divieto o alla burocratizzazione”.

Uno dei maggiori problemi che ha incontrato l’edilizia negli ultimi dieci anni, è infatti proprio l’eccesso di burocrazia, un nemico ben conosciuto dalla cittadinanza, che troppo spesso si trova di fronte a divieti, prescrizioni, controsensi dovuti alle molteplici normative spesso tra loro stesse in contrasto, che non contribuiscono alla salvaguardia del territorio quanto ad un infinito iter procedurale che blocca piccole iniziative spesso meritevoli e magari lascia aperte più grandi speculazioni.

“Con questa premessa, – precisano gli ordini – vogliamo oggi prendere posizione dato che, come professionisti ormai siamo stati, purtroppo, obbligati a lavorare in questa regolamentazione spesso illogica. Ma con le norme che abbiamo trovato in alcuni Piani Operativi, si supera ogni limite. Vogliamo puntare il dito in particolare sul Piano Operativo del Comune di Montepulciano, nel quale sono presenti pesanti e incomprensibili divieti, regolamentazioni spesso al limite della praticabilità e addirittura un incastro farraginoso di una mole infinita di prescrizioni, contenute in oltre cento articoli. In questo Piano Operativo si arriva anche a vietare l’adeguamento sismico di molti edifici esistenti, la realizzazione di finestre, lo spostamento dei solai, o il restauro dei fronti interni ed esterni facendo anche riferimento al rispetto, come recita il regolamento, dell’integrità materiale , termine tra l’altro del tutto astratto.

In questo momento – precisano ancora gli ordini-, vista la mole dell’invenduto, la fase di mercato nonché la scomparsa di molte delle Imprese edili, che costituivano l’asse portante del settore, non c’è né la necessità né la possibilità di prevedere grandi lottizzazioni ed espansioni. E’ invece interessante il recupero, la riqualificazione energetica e sismica degli edifici esistenti, il recupero dei contenitori e dei vuoti urbani, all’interno di un processo che, se ben gestito, potrebbe garantire un sostanziale contributo al sistema economico locale e, allo stesso tempo, fornire indubbi effetti positivi alla vivibilità e vivacità delle nostre città”.

Sulla vicenda del Comune di Montepulciano gli ordini hanno anche portato a conoscenza il comune stesso con una lettera e con un incontro di quelle che sono tutte le criticità del nuovo Piano Operativo, che non consentivano la possibilità di poter emendare qualche articolo, ma che rendevano necessario riscriverlo completamente viste le tali e tante incongruità in esso contenute.

“Ci preme, nella specifica questione di Montepulciano – concludono gli ordini -, informare la cittadinanza e l’amministrazione che se oggi le procedure sono particolarmente complesse, dopo l’adozione del nuovo Piano Operativo, la situazione sarà ancora peggiore. Vogliamo inoltre sottolineare che il contributo fattivo che la nostra professione sarebbe in grado di dare alle amministrazioni, quale contributo ai piani di progettazione, purtroppo viene sfruttato sempre più per propaganda che per sostanza.