“Il presidente Sergio Mattarella ha conferito con riserva a Mario Draghi l’incarico di formare il Governo, il professore ha accettato” Lo ha detto il segretario della presidenza della Repubblica Ugo Zampetti. Si è appena concluso l’incontro avuto in Quirinale tra il presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella e Mario Draghi. Il colloquio tra i due è durato poco più di un’ora. Nel ringraziare Mattarella Draghi ha rilasciato una dichiarazione.
“E’ un momento difficile, il Presidente Mattarella ha ricordato la crisi sanitaria e i suoi effetti sulle persone e sull’economia – afferma-. La consapevolezza dell’emergenza richiede risposte all’altezza della situazione”. “Vincere la pandemia, completare la campagna vaccinale, offrire risposte ai problemi dei cittadini e rilanciare il paese sono le nostre sfide-aggiunge-. Con le risorse europee abbiamo l’opportunità di fare molto, con uno sguardo alle giovani generazioni e al rafforzamento della coesione sociale”. Draghi si è poi appellato alle forze politiche.
“Con grande rispetto mi rivolgerò al Parlamento espressione della volontà popolare. Sono fiducioso che dal confronto con partiti e dal dialogo con le forze sociali emerga unità e con essa la capacità di rispondere all’appello del Presidente”. Il presidente del consiglio incaricato ha annunciato nuove consultazioni, facendo sapere che scioglierà la riserva alla fine di esse.
La squadra di Draghi, ecco i primi nomi
Per il Governo di ‘alto profilo’ chiesto dal presidente della Repubblica stanno iniziando a circolare diversi nomi. Al ministero della Giustizia potrebbe andare l’ex-presidente della Corte Costituzionale Marta Cartabia. Al Mef un papabile candidato sarebbe Fabio Panetta, membro italiano dell’esecutivo Bce. Tra i membri dell’ex-esecutivo giallorosso potrebbe rimanere Luciana Lamorgese al Viminale.
L’incognita dei numeri
La situazione sarebbe bloccata e il motivo è stato ben delineato: i veti incrociati tra le varie forze parlamentari, Ci sono ancora molti dubbi su chi potrebbe sostenere l’ex-capo della Bce. Dall’area dell’ex-maggioranza Movimento 5 Stelle, per ora, è arrivato un no per voce di Vito Crimi, reggente grillino: “Siamo per un governo tecnico, non voteremo per Draghi”. Sulla sua linea però i pentastellati non escludono la spaccatura, come riporta AdnKronos.
Si smarca anche Liberi e Uguali: “Mi pare molto difficile che ci possa essere un sostegno ad un’operazione politica regressiva”, dice Nicola Fratoianni ad Agorà. Chiaro invece l’endorsement di Italia Viva e di Più Europa: “Draghi va sostenuto, è l’ora dei costruttori- tweetta Matteo Renzi”. Perplessità dal Pd: “In Senato pesiamo per l’11 per cento, il Pd dovrà ragionare su cosa fare anche in relazione a cosa faranno gli altri”, afferma il vicesegretario Andrea Orlando.
Tra i banchi dell’opposizione il centrodestra ha convocato stami un vertice per adottare una posizione comune. Matteo Salvini, leader della Lega ha aperto uno spiraglio: “Il problema non sono i nomi. Lo dico a Mario Draghi qualora fosse in collegamento: per la Lega vengono prima le idee, i progetti”. Da Fratelli d’Italia Giorgia Meloni chiude al ‘Governissimo’ con un post su Facebook: ” In una democrazia avanzata i cittadini, attraverso il voto, sono padroni del proprio destino. Anche quando la situazione è difficile”. Possibilista Forza Italia. “Speriamo che su Draghi ci sia il più alto consenso e senso di responsabilità di tutte le forze politiche“, cos’ Renato Brunetta ai microfoni di 24Mattino su Radio 24
Dai partiti minori della coalizione è arrivato l’endorsement a Draghi da Cambiamo, la formazione di Giovanni Toti. “E’ difficile immaginare una figura migliore di Mario Draghi per guidare l’Italia in un momento tanto complesso”, spiega il deputato del partito Alessandro Sorte.