“Da alcuni giorni seguiamo con attenzione il dibattito sull’Alta Velocità che si dovrebbe realizzare tra Siena e Arezzo. Ed è proprio di questi il resoconto di un incontro del sindaco De Mossi con il vice ministro alle infrastrutture Rixi”. Così il Gruppo primarie centrosinistra nella nota diffusa questa mattina, che prosegue: “Sgombriamo il campo da ogni dubbio: una nuova fermata dell’Alta Velocità vicino Siena non può che far piacere. La domanda che ci poniamo è: questa ridurrebbe realmente i disagi della cittadinanza nell’uscire da un isolamento oramai atavico? La risposta è no”.
“Le tre fermate proposte (Montallese, Farneta, Rigutino) distano più o meno tutte un’ora dalla città e sono raggiungibili solamente con l’automobile, eccetto Montallese (tratto la cui percorrenza però presenta problemi strutturali notevoli, essendo sul percorso Siena-Chiusi) – prosegue -. La questione che purtroppo De Mossi non ha minimamente toccato (se non per l’elettrificazione che ridurrebbe la percorrenza di ben quattro minuti!) è quella dell’uscita a nord: Siena-Poggibonsi. Quei 25 km di tratta rappresentano, ahinoi, tutti i limiti della nostra realtà: una volta concluso il raddoppio della Pistoia-Montecatini, Siena rimarrebbe, infatti, l’unico capoluogo di Provincia con il binario unico in uscita ed entrata. Portare invece a un’ora il tempo di percorrenza con Firenze (al momento ammonta a 1h45’ circa), potrebbe generare un circolo virtuoso che può essere così sintetizzato: più spostamenti in treno determinano più movimentazione di persone (turisti, lavoratori) che possono arrivare o partire dalla città; la conseguenza sarebbe una minor necessità di spostamenti in automobile, che ingolfano il traffico, e più possibilità per i parcheggi cittadini di servire i residenti. A questo si sommerebbe che meno automobili di cittadini sarebbero in sosta nelle strade e nelle piazze cittadine e che la città potrebbe diventare lo snodo centrale per collegare in modo efficace e sostenibile tutta la provincia”.
“Siamo consapevoli del grande investimento che comporterebbe questa opera, ma siamo altresì convinti che i benefici supererebbero ampiamente le criticità. Certo, poteva essere almeno tentato l’inserimento di questa progettualità, in collaborazione con la Regione, nei piani infrastrutturali del Pnrr. Sappiamo però com’è stato trattato il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza nella nostra città, con progetti vecchi e messi insieme all’ultimo per non subire l’onta di essere superati da un qualsiasi comune limitrofo – conclude la nota -. In conclusione, è vero che tutti i problemi della mobilità senese non si risolverebbero con il raddoppio della ferrovia, ma siamo anche certi che alcuni degli obiettivi dell’Agenda 2030 (gli obiettivi di sviluppo sostenibile, conosciuti anche come Agenda 2030, sono una serie di 17 obiettivi interconnessi, definiti dall’Organizzazione delle Nazioni Unite come strategia “per ottenere un futuro migliore e più sostenibile per tutti”) saranno raggiunti anche con un mirato lavoro di disincentivazione della gomma a favore del ferro, sia per le persone che per le merci, e attraverso una campagna che favorisce, dove possibile, il trasporto pubblico. Soprattutto, sappiamo che in un mondo dinamico e aperto come quello attuale, condannarsi all’isolamento non può che portare effetti negativi sulla città e sul suo sviluppo”.
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