La CGIL smorza gli entusiasmi. Dopo la nota diffusa dalla CISL, che aveva accolto positivamente l’annuncio di GSK sulle future stabilizzazioni e sul nuovo percorso di uscite volontarie, arriva ì la posizione della FILCTEM CGIL e di NIdiL CGIL Siena. Un intervento che riconosce l’importanza del passo compiuto dall’azienda, ma mette in evidenza una serie di criticità che, secondo il sindacato, ridimensionano il quadro presentato.
La CGIL conferma che GSK ha comunicato alla RSU la volontà di stabilizzare 100 lavoratori oggi impiegati tramite staff leasing. Una notizia definita comunque positiva, ma con una precisazione netta: si tratta di personale che “opera in azienda da almeno 10 anni, per molti anche 15”. Per questo, sostengono i sindacati, “non si tratta di nuovo personale”, ma della regolarizzazione di lavoratori già pienamente inseriti nei processi produttivi. Un elemento che, secondo la CGIL, non compensa il numero delle uscite registrate nell’ultimo anno, lasciando il saldo complessivo “ancora negativo”.
C’è poi il tema della distribuzione tra i due siti produttivi: pur essendo presenti contratti di staff leasing sia a Rosia che a Siena, la stabilizzazione annunciata riguarderà solo Rosia. Per la CGIL si tratta di una scelta “priva di un razionale motivo”, che lascia esclusi i precari del sito senese.
Il sindacato esprime inoltre preoccupazione per “l’assenza di criteri oggettivi” che stabiliscano modi, tempi e priorità delle assunzioni. Senza un accordo formale, afferma la CGIL, manca la trasparenza necessaria per garantire equità tra i lavoratori. A questo si aggiunge un altro elemento critico: mentre 100 persone vedono una possibile stabilizzazione, “altri precari nelle stesse condizioni hanno ricevuto comunicazione di interruzione della missione”. Su questo fronte la CGIL annuncia che “non resterà in silenzio” e che utilizzerà tutti gli strumenti previsti.
Un aspetto che il sindacato mette in particolare rilievo riguarda le tutele contrattuali. Chi sarà stabilizzato oggi entrerà con un contratto soggetto al Jobs Act, quindi con garanzie più leggere rispetto ai lavoratori usciti negli ultimi mesi, spesso assunti prima della riforma. Per CGIL ciò conferma “una sostituzione contrattuale” che indebolisce complessivamente il livello di diritti all’interno dell’azienda.
La nota interviene anche sugli investimenti annunciati da GSK, che la CISL aveva indicato come segnali di solidità: 100 milioni di euro per la ricerca del sito senese e 260 milioni per Rosia. Secondo la CGIL, però, si tratta di risorse previste da piani già avviati negli anni precedenti, e non di nuove scelte strategiche. Più che gli investimenti, il sindacato guarda con preoccupazione al nuovo percorso di uscite volontarie che riguarda l’area Ricerca e sviluppo. “Ridimensionare la ricerca significa sminuire il valore complessivo del sito senese”, spiegano, ricordando che uno dei punti di forza di GSK a Siena è proprio la presenza dell’intera filiera del vaccino.