Quattordicimila capi d’abbagliamento cappotti, giubbotti, maglioni, pantaloni, gonne e scarpe: è quanto è stato donato dalla procura della Repubblica e dalla Guardia di Finanza di Siena alla Caritas di Chianciano Terme.
I prodotti sono derivati da un sequestro di 48mila oggetti che è stato eseguito dalle Fiamme Gialle a fine novembre 2021. “Si tratta, in parte, di materiale elettrico e giocattoli recanti il marchio “Ce” irregolare, destinato alla distruzione compiuto l’iter procedurale all’esito del quale i produttori non sono stati in grado di comprovarne origine, qualità e soprattutto non pericolosità, ed in parte di abbigliamento con indicazione “made in Italy” mendace, per il quale, invece, è stata accertata la non nocività per la salute umana e per l’ambiente”, spiegano dalla Guardia di Finanza.
Invece che distruggerli si è deciso di donarli alla Caritas chianina e l’iniziativa è stata sostenuta fin da subito dalla Procura. Il materiale da devolvere è stato quindi consegnato oggi durante un evento alla presenza del cardinale Augusto Paolo Lojudice, vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza, di Nicola Marini, procuratore della Repubblica di Siena, e Giuseppe Marra, comandante provinciale del Corpo.
“Alla donazione hanno presenziato altresì i sindaci di Chianciano Terme e Torrita, Andrea Marchetti e Giacomo Grazi, i quali fin da subito hanno messo a disposizione i rispettivi locali comunali per stoccare i beni sequestrati, consentendo la loro perfetta conservazione, nonché il Direttore della Caritas diocesana Giuliano Faralli, che ha fattivamente sostenuto l’iniziativa”, spiegano dal Corpo.
“La Caritas è attiva sul territorio attraverso opere concrete di solidarietà verso i soggetti più deboli, garantendo aiuto alle famiglie disagiate, alle persone senza tetto, specie in un momento quale quello attuale di profonda crisi economica e sociale-proseguono dal Corpo-. L’iniziativa, dall’elevato valore etico e sociale, testimonia ancora una volta l’attenzione concreta delle Istituzioni e del Corpo verso coloro che versano in condizioni di indigenza, nonché l’impegno a favore della parte sana della società e delle frange della popolazione in difficoltà”.