“Quando sei in bici e ti sorpassano a un metro e mezzo si è tranquilli, quando invece l’auto ti passa a 50 centimetri si ha davvero il terrore di essere investiti e di morire”. Così Fabio Masotti, tra i fondatori di Fiab Siena – Amici della bicicletta, parla dal Tavolo delle Associazioni Ciclistiche Senesi che si è riunito questa mattina per lanciare un appello compatto per il rinnovo della cartellonistica senese. “Noi crediamo che – aggiunge – una cartellonistica adeguata possa difendere i soggetti deboli della strada, pedoni e ciclisti. Quando si è per strada gli automobilisti hanno un’armatura intorno a sé, al contrario di chi, invece, ha solo il proprio corpo”.
“Purtroppo, oggi siamo a piangere Gianfranco Volpi, 67enne residente a Pienza, ucciso mentre stava pedalando lungo la Val d’Orcia, tamponato da un automobilista alla guida della sua jeep – proseguono le associazioni -. E, come Gianfranco, oggi non ci sono più tanti ciclisti. Noi oggi vogliamo chiedere che le strade siano davvero di tutti”.
La sicurezza stradale che, oltre all’ovvio e primario compito di salvaguardare le vite umane, può assumere un’altra funzione di promozione del territorio, come spiega Vareno Cucini, coordinatore del tavolo Strade di Siena: “Questo è uno degli elementi fondamentali nello sviluppo del turismo ecosostenibile. Il senese, terra straordinariamente bella e così attrattiva per chi fa cicloturismo, deve diventare un territorio amico della bicicletta ma per arrivare a tale obiettivo deve vedere protagoniste le amministrazioni comunali e provinciale con azioni concrete, a partire appunto dalla messa in sicurezza delle strade”.
“Chi amministra un territorio deve adoperarsi in investimenti che vadano nel senso di una maggiore attenzione per chi si sposta: strade 30 nei centri urbani, politiche di moderazione del traffico, realizzazione di strutture ciclabili, promozione di strade F-bis, ovvero itinerari destinati prevalentemente alla percorrenza pedonale e ciclabile, caratterizzati da una sicurezza intrinseca a tutela dell’utenza debole della strada”, concludono le associazioni.
Emanuele Giorgi