L’Italia è praticamente chiusa ovunque in seguito al Dpcm annunciato nella tarda serata di ieri dal premier Conte e a malincuore ma in piena consapevolezza, tutti ci stiamo adeguando a provare cosa significa la privazione delle libertà più normali, quelle cui siamo più abituati. Eppure ci sono alcune categorie di lavoratori che sembrano esssere stati dimenticati.
Da quando, ieri, abbiamo proposto a tutti voi di inviarci al 3401640273 i vostri video o comunque i vostri pensieri su queste giornate, abbiamo ricevuto tanto materiale ma abbiamo scelto di dar voce ad alcuni messaggi (ovviamente per privacy abbiamo omesso le generalità) che ci hanno colpito molto. Due giovani che in questi giorni sono alle prese con il proprio lavoro, paradossalmente raddoppiato rispetto a prima e ancora, la riflessione che ci invita a fare una ragazza che lavora come assistente tecnico nelle scuole.
“Ciao… lavoro presso un corriere espresso…vi chiederei una cortesia se potete…diffondere un messaggio di solidarietà per tutti noi corrieri espressi, per sensibilizzare l’acquisti su internet…noi siamo rimasti nelle poche categorie che devono continuare a lavorare per il bene di tutti e sono pienamente d’accordo su questo…però prego che la gente faccia acquisti sensati e solo per merce che serve veramente…andiamo da porta a porta, da via a via, da comune a comune e giriamo ovunque, per questo siamo anche i più esposti ed ad esporre li altri a noi, nonostante tutte le precauzioni che possiamo prendere ci può sempre essere un margine di rischio.
grazie infinite”
“Sono una commessa di un supermercato vorrei solo condividere questo pensiero che una collega ha scritto per far capire che anche noi ci sentiamo mancare di rispetto.
RISPETTO PER FAVORE.
Anche NOI COMMESSI di genere alimentari vorremmo dirlo….
Noi che vendiamo generi di prima necessità, noi che siamo il vostro porto sicuro 7 giorni su 7… Che nemmeno un problema così serio vi ferma e ci rendete giornate difficili…
NOI COMMESSI che dobbiamo subire le vostre battute che non fanno ridere sulle mascherine.. NOI COMMESSI che dobbiamo subire i vostri sbuffi se vi facciamo entrare un po’ alla volta in negozio….
NOI COMMESSI che dobbiamo sopportare gli insulti o le faccine stranite se vi preghiamo di stare in cassa a 1 metro di distanza perché così la legge vuole…
NOI COMMESSI che dobbiamo sentirvi scocciati perché vi invitiamo di fare le borse magari non come un bradipo visto che ci sono già altre persone in attesa a debita distanza che magari vorrebbero andare, beati loro a casa.
NOI COMMESSI che anche se c’è un problema così serio dobbiamo subire le vostre monetine in mezzo ai fazzoletti sporchi…
NOI COMMESSI che dobbiamo guardare, e in quel momento nella nostra testa è tutto a rallentatore, le vostre dita leccate che scelgono la banconota più grande per pagare 1.25 €
NOI COMMESSI che dobbiamo cambiare orari ,con la preoccupazione dei. Nostri cari a casa, e piani per le esigenze del negozio…
Anche noi commessi di alimentari e non solo vorremmo dire…
“IO NON POSSO, MA TU RESTA A CASA” “.
“Io sono un tecnico, faccio parte del personale Ata, da quando la didattica è stata sospesa, noi siamo puntualmente a lavoro tutte le mattine. Un silenzio assordante senza gli alunni intorno eppure noi siamo ancora qui, nel nulla, dimenticati da ogni decreto!!! Sono originaria del Sud, mi chiedo ma siamo cosi ottusi che le cose c’è le devono imporre per rispettarle? Ma non abbiamo tutti una casa e una famiglia altrove? Ma perché io lo capisco che devo starmene dove sono e altri no. Forse io amo di meno la mia famiglia? Forse io non ho paura di andare a lavoro, di fare la spesa, di tossire o di salire su un bus? Non ci stanno chiedendo di andare in guerra, ma di starci comodi sul letto, a leggere un buon libro, guardare una serie tv e bere una birra. Possibile che la solitudine ci spaventi cosi tanto?”
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