Andiamo subito al succo: se con l’organigramma la pista di lancio era pronta, adesso, con il via libera e l’entrata in vigore di sette regolamenti, il Biotecnopolo spicca il volo e può dare corpo ai primi progetti e alle collaborazioni.
“I magnifici sette”, approvati in un cda di qualche giorno fa, dettano la linea sulle varie sfaccettature della vita della giovane fondazione senese: si passa dal reclutamento del personale, alla contabilità, agli ‘oneri ed onori’ del consiglio d’amministrazione fino alla concessione dei patrocini.
Ma è chiaro che sia il documento che stabilisce l’organizzazione e il fondamento del Biotecnopolo stesso la parte più interessante. Lì sono contenuti gli aspetti più pratici, quelli che lasciano capire come si muoverà la struttura.
Ci saranno, ad esempio, tre laboratori, afferenti all’area di ricerca, che si occuperanno di sviluppo e implementazione di tecnologie, di analisi di saggi, gestione dei dati prodotti nei campi della biologia molecolare, della chimica, della biochimica, della serologia e dell’immunologia.
Gli studi preclinici sui potenziali farmaci rientrano invece nell’area Sviluppo. Sarà inoltre presente un ufficio deputato alla produzione dei lotti di gualosina monofosfato, che potrà essere usata per motivi clinici o emergenziali.
Spazio poi anche alle nuove tecnologie con un ufficio che, tra le varie cose, si occuperà di produrre software, programmi di machine learning, algoritmi e sistemi di intelligenza artificiale per rendere più efficace l’analisi dei dati.
Cinque le aree che faranno da colonna portante al Biotecnopolo: due di queste – Affari generali e Supporto legale – saranno alle dipendenze del direttore generale; le restanti tre – Ricerca, Sviluppo e Trasferimento tecnologico, Affari regolatori e sviluppo clinico – guardano invece alla figura del direttore scientifico.
Dunque se non partisse quanto meno il Biotecnopolo vede ora la bandiera con gli scacchi, nell’attesa che il Ministero dell’Economia nomini il nuovo vice presidente.
Marco Crimi