I presidi delle scuole di Siena dicono sì al presepe e all’albero di Natale. La terminologia Festa d’inverno non piace. Piace di più il classico termine Natale. È quanto scaturisce dalle parole dei dirigenti scolastici Luca Guerranti e Federico Frati. Il primo è il preside di tre istituti della città di Siena: Caselli, Monna Agnese e Marconi. Il secondo è il dirigente scolastico del Piccolomini. Dicono sì quindi alla tradizione, anche religiosa, e alla cultura di un popolo, nell’idea che l’integrazione si ottiene non cancellando ma unendo culture differenti.
La questione è tornata alla ribalta dell’opinione pubblica a seguito di alcune decisioni prese da realtà, enti e istituti di vario tipo in giro per l’Europa, anche in Italia. La scelta più clamorosa è quella del Comune di Nantes, città francese da oltre 320 mila abitanti. Località nella quale da quest’anno è istituita, per l’appunto, la Festa d’inverno ed è vietato qualsiasi riferimento al Natale. Il tutto, spiegano dall’amministrazione pubblica francese, sulla base del principio della laicità e per andare a includere al meglio la nutrita comunità islamica cittadina. In Italia è l’Istituto universitario europeo di Fiesole a parlare di Festa d’inverno e non di Natale, in base al “Piano per l’uguaglianza etnica e razziale 2023-2026, che è volto a promuovere l’inclusione e ha deciso di utilizzare un nome diverso per le festività in modo tale da ribadire l’impegno dell’istituto nel rispetto di tutte le osservanze”.
In questo contesto arriva la presa di posizione di Fratelli d’Italia: nelle scuole italiane quei presidi che decidessero di rimuovere il presepe dagli istituti rischierebbero dei provvedimenti. Fdi annuncia la prossima presentazione di un ddl al riguardo.