Siena

I ristoranti nel segno della solidarietà al tempo del covid: a Torino nasce Cucine solidali

Madre Teresa diceva “Quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno.” Ed è con questo spirito che nella prima fase di confinamento sono nate molte iniziative nel segno della solidarietà, in cui chef stellati da Nord a Sud Italia, hanno cucinato nelle mense dei senzatetto.

Cucine solidali però è qualcosa di diverso: è un progetto ben organizzato corredato di un vero e proprio manifesto, che ha visto coinvolti gli chef dei Ristoranti della città di Torino, senza alcun ritorno pubblicitario. E’ proprio questa la ragione per cui l’iniziativa è rimasta lontana dai riflettori fino ad adesso.

Si tratta di un vero e proprio movimento creato a partire dallo scorso marzo, in cui i ristoratori torinesi – durante l’isolamento – hanno riaperto i battenti delle cucine per fornire un pasto ai più bisognosi. Durante l’imperversare della pandemia, il numero degli indigenti cresceva sempre di più di giorno in giorno, anche a causa della chiusura delle attività e dei conseguenti licenziamenti, tanto che le associazioni di volontariato locali non riuscivano più a soddisfare tutte le richieste.

Per tanto i ristoratori, senza alcun distinguo tra trattoria, ristorante, osteria etc. etc., hanno unito le loro forze per creare una rete di solidarietà, a supporto delle associazioni umanitarie operanti sul territorio. In questo modo sono stati realizzati ben 35.000 pasti. L’organizzazione è così strutturata: i turni vengono compilati di volta in volta, ogni ristorante realizza un determinato quantitativo di piatti da consegnare. Sono coinvolti anche dei produttori locali che mettono a disposizione i propri prodotti in beneficienza, in modo da ammortizzare i costi delle materie prime, con le quali vengono realizzati dei piatti semplici e nutrienti.

La distribuzione del cibo è affidata alla mensa dei Frati Minori, a quella della Comunità di Sant’Egidio, ma anche agli asili notturni del Centro Torinese di Solidarietà. Alla distribuzione del convitto contribuiscono invece, i Taxi solidali e la Croce Verde. Un’iniziativa lodevole che incorona Torino capitale culinaria della solidarietà, un progetto che può essere facilmente riprodotto e realizzato a basso costo in qualsiasi altra città, confidando nel cuore immenso degli Italiani.

 

Stefania Tacconi

marco crimi

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